LA CRITICA

La critica su questo?

La critica su questo?

Si può pensare che con questa nuova emergenza su emergenza su emergenza qualcuno, invece di aiutare contribuendo a produrre serenità per lavorare nel meglio modo possibile ha seminato zizzania solo e soltanto per disfattismo politico? Per alcuni o certi politici  qualsiasi “arpiglio” è buono per  fare chiacchiericcio di campagna elettorale infinita senza tregua. La critica in democrazia è  bene accetta solo se porta frutto costruttivo, al di fuori di ogni concezione politica, specialmente per certi eventi numerosi e difficoltosi. Si e passati dal terremoto a una forte nevicata del tutto eccezionale che non si verificava da decenni con conseguenze eccezionali. Paesi isolati sia dal lato comunicativo che delle utenze. Se qualcuno o qualche politico che ha fatto certe dichiarazioni pubbliche si sentiva molto più bravo ed efficiente poteva benissimo andare sul posto, munito di attrezzature, collaborando a portare avanti il lavoro di soccorso. E’ facile essere falsi allenatori, al di fuori del campo. In azione all’atto pratico è tutta un’altra questione specialmente quando il campo è impraticabile per le pessime condizioni e di solito si sospende rinviando a migliori condizioni. Invece di dare certi giudizi occorre valutare bene tutta la situazione in cui è stato sottoposto tutto il soccorso a rischio della vita. La valanga che si è abbattuta su quel grande albergo ha avuto poi un soccorso eccezionale 24 ore su 24 sino a tutt’oggi? Lascio la risposta a qualcuno che la dia obbiettivamente.
Se ci sono delle incongruenze nelle strutture costruttive fanno parte di un passato dove al primo posto si metteva la speculazione abusiva solo per quel dio denaro che ha portato solo morte. Dimostriamo di essere un grande Paese lasciando quel passato fatto solo di rovine. Per affrontare il futuro occorre una unità di intenti per superare quella manipolazione della cosa pubblica e privata che è oggetto di disgregazione della coesione sociale. Non lasciamo fare delle critiche da Charlie Hebdo che è solo una fabbrica di un esempio negativo di estremismo satirico  dove la vignetta critica non costruisce ma offende dal lato più profondo la dignità umana insomma c’è modo e modo di esprimersi e fare le cose. Dove è andata a finire quel famoso savoir-faire che ha fatto grande la Francia?
Vorrei fare una differenza sostanziale tra il populismo come mezzo del capo per la sua gloria e  chi senza tante chiacchiere ma con azioni  fa  il bene di tutti.

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