LA MEMORIA

Olocausto

Olocausto

E’ un dovere morale ricordare il giorno della memoria che è un collegamento con le generazioni del futuro per comunicare come la natura umana può arrivare al male assoluto. Il nazismo ha avuto la complicità anche di quel fascismo che ha portato il nostro Paese ad un’alleanza che non aveva nulla di umanità. Le bestie si offenderebbero se si equiparassero al nazismo? Ci si domanda come è stato possibile, in un Europa cristiana, tutto ciò? E’ possibile affermare con certezza quelle voci che qualcuno sapeva, sin dall’inizio, dell’esistenza dei campi di sterminio di massa e ha taciuto?
Uomini, donne e bambini come persone del tutto normali: isolati prima nei ghetti e dagli affetti famigliari, deportati, ridotti in schiavitù, annientati da ogni forma di coscienza e quando veniva raggiunta la condizione di rifiuto umano si arrivava all’eliminazione fisica. Considerati rifiuti umani, ridotti a un numero come nullità, sottoposti a quella follia nello specifico erano: disabili, vecchi, Sinti, omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova, Carabinieri, Ebrei che hanno pagato il tributo più grande e anche tutti coloro che non erano nelle condizioni di essere la razza eletta Ariana.
Il messaggio che deve passare per le generazioni future, per la memoria delle vittime dell’Olocausto, è soprattutto quello di vigilare sempre affinché certe situazioni che determinano l’oblio dell’orrore del passato, fatto di odio per l’altro come razza da eliminare, non si ripeta.
Le pulizie etniche dei nostri tempi pensiamo per esempio: alla ex Jugoslavia, alla Cambogia con i Khmer rossi, Argentina e Cile con i Desaparesidos e tutte quelle dittature che eliminano ogni giorno gli oppositori e che portano solo dolore e morte in quelle popolazioni.
Oggi la globalizzazione sta creando un protezionismo di interessi economici, soprattutto nei grandi Paesi ricchi, provocando un isolazionismo nazionalista pericoloso perché è quello che spiana la strada a vedere l’altro come un nemico da eliminare provocando così guerre.
Vanno osservati certi movimenti anomali di comportamenti sociali e culturali di certi Paesi per aprire un dialogo, di base democratica dove sia possibile, per trovare dei punti di incontro che arricchiscono le parti di quella cultura dello scambio che porta al benessere di tutti.

Be the first to comment on "LA MEMORIA"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*