Il governo albanese, guidato dal premier Edi Rama, ha deciso di prendere una misura senza precedenti in Europa: bloccare l’accesso a TikTok su tutto il territorio nazionale per almeno un anno. Questo provvedimento, che fa parte di un ampio pacchetto di iniziative volte a incrementare la sicurezza degli studenti nelle scuole, arriva prima che decisioni analoghe vengano annunciate in altre parti del mondo, come negli Stati Uniti. Mentre oltreoceano si attende con ansia la data del 19 gennaio per conoscere il destino dell’app cinese di ByteDance, che potrebbe vedere il suo utilizzo vietato per ragioni di sicurezza nazionale, l’Albania ha già scelto di intervenire, sebbene con giustificazioni differenti.

Il premier Rama ha espresso preoccupazioni profonde riguardo l’influenza negativa che TikTok eserciterebbe sui giovani, definendo la piattaforma un “compagno indesiderabile” per i bambini, capace di attrarli in modo irresistibile. Il bando albanese dovrebbe diventare operativo nelle prime settimane del 2025, in risposta diretta a vicende drammatiche come l’omicidio del 14enne Martin Cani da parte di un compagno, scaturito, si ritiene, da una disputa nata proprio su TikTok. Questo tragico evento ha mobilitato l’opinione pubblica e spinto il governo a consultare ampiamente genitori e insegnanti, dalla quale è emersa una schiacciante richiesta di chiudere l’accesso all’applicazione.

Il ministro dell’Istruzione, Ogerta Manastirliu, ha sottolineato l’importanza di affrontare le sfide tecnologiche attuali, ribadendo che la sicurezza, tanto fisica quanto digitale, deve essere al centro dell’azione governativa. A livello mondiale, l’unico Paese che finora ha completamente vietato TikTok a tutta la popolazione è stato l’India nel 2020, citando motivi di sicurezza nazionale.

Negli Stati Uniti, invece, TikTok conta una base di oltre 170 milioni di utenti, ma il futuro dell’app rimane incerto dopo l’approvazione di una norma che ne impone il divieto, a meno che ByteDance non venda il controllo a una società americana. Nonostante i ricorsi legali, si attende ancora la decisione della Corte Suprema, mentre persiste l’ipotesi di un intervento diretto dell’ex presidente Donald Trump che nel recente passato aveva manifestato una certa apertura verso la società cinese.

Anche se molti Paesi, tra cui Francia, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Canada, e l’Unione europea, hanno già bandito l’applicazione sui dispositivi dei dipendenti pubblici, l’effettiva applicazione di un divieto generale presenta notevoli complessità tecniche. La soluzione più immediata potrebbe essere quella di chiedere a Google e Apple di rimuovere TikTok dai loro Store, impedendo così nuovi download, ma non eliminando del tutto l’accesso per chi lo ha già installato.

Infatti, aggirare tali blocchi rimarrebbe fattibile per chi utilizza certe tecnologie, come le reti private virtuali (VPN), come dimostra l’esempio indiano. Per un ban veramente efficace, sarebbe necessario un aggiornamento dei sistemi operativi che blocchi l’esecuzione dell’applicazione stessa, una mossa complessa da attuare a livello globale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *