Caterina Guzzanti, con il suo debutto alla regia e alla scrittura in prosa, affronta il complesso universo delle relazioni di coppia nel suo spettacolo “Secondo lei”. A 48 anni, l’attrice e regista esplora le difficoltà e gli ostacoli che caratterizzano la vita a due, partendo da una riflessione personale che si estende a una critica sociale. La rappresentazione indaga gli equilibri di coppia, spesso idealizzati come uno stato preferibile, anche quando portano dolore e senso di inadeguatezza.

Guzzanti sceglie di rivelare le fragilità intrinseche delle relazioni, evidenziando come molte coppie si mantengano in piedi nonostante la loro immaterialità, paragonabile alle scenografie bidimensionali sostenute da un fragile retro di legno. L’autrice esamina la paura dell’incomunicabilità, scaturita dal timore di ferirsi reciprocamente, un tema centrale del suo spettacolo. La sua esperienza personale la porta a interrogarsi sulle ragioni per cui tante persone rimangono intrappolate in relazioni che arrecano sofferenza. Si chiede se tentare disperatamente di mantenere un legame ormai spezzato, come due calamite poste con polarità opposte, abbia ancora un senso.

Nello spettacolo, Guzzanti utilizza la scrittura come un processo divertente e creativo, con la volontà di sorprendere il pubblico. La sua esperienza familiare le ha donato una sensibilità particolare verso la comicità, che in questo lavoro cerca di reinterpretare lanciando elementi che ritornano inaspettati nel corso della narrazione. Nonostante le sfide della tournée, per la regista è un’avventura entusiasmante se pur stancante, come un campeggio di cui non si è mai stati particolarmente appassionati.

Un altro interrogativo che l’autrice solleva riguarda il concetto tradizionale secondo cui l’amore richiederebbe sacrificio e rinuncia. In una società in cui ancora oggi le donne faticano a conquistare la propria indipendenza, le dinamiche di coppia raccontate da Guzzanti riflettono una situazione domestica ben definita, rappresentante una coppia moderna di quarantenni che cerca di stabilire un rapporto equilibrato. Tuttavia, le parole e le azioni possono involontariamente ferire, e le domande che emergono dall’incomprensione non sempre trovano risposte immediate.

Romantica e consapevole della sua immaturità emotiva, Guzzanti si riconosce nel ruolo del membro più giovane della sua famiglia, un ruolo che spesso la porta a sentirsi responsabile della coesione familiare. La gesione delle relazioni affettive in famiglia, quindi, torna spesso nel suo lavoro, riflesso di quel desiderio di mantenere unite le persone care, anche al costo di affrontare magagne e disagi insiti nei rapporti quotidiani.

Guzzanti chiude il cerchio del suo discorso con una riflessione sul desiderio e sull’idea di amore come protezione e cura reciproca, sottolineando la complessità delle relazioni e il desiderio, a volte struggente, di far quadrare le parti che si vorrebbe unire.

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