Negli ultimi due anni, l’irrompere di ChatGpt ha segnato un’epoca caratterizzata da un intenso “bisogno di filosofare”. Questa esigenza, come spiega il francescano e teologo Paolo Benanti nel suo libro “Il crollo di Babele”, trova le sue radici nel sentimento di meraviglia di cui parlavano Platone e Aristotele. Tale meraviglia scaturisce dall’inquietudine che si prova dopo aver soddisfatto i bisogni materiali immediati. Tuttavia, a questo stupore si è presto sostituita una diffusa preoccupazione che oggi permea la nostra epoca, spingendo individui e società a chiedersi se siano all’altezza delle nuove tecnologie emergenti.

Gli esseri umani, nel loro essere “Sapiens”, hanno sviluppato un linguaggio che permette loro di cooperare in modo unico. È quindi comprensibile che assistano con apprensione alle trasformazioni indotte dai modelli linguistici avanzati, come il Large Language Model, che stanno sconvolgendo strutture e business. La Silicon Valley continua a essere il cuore pulsante dell’innovazione, plasmando il nostro orizzonte tecnologico. Però, c’è spazio per chiedersi se siamo entrati davvero in un’epoca di preoccupazione, o se invece sia giunto il momento di comprendere appieno ciò che sta accadendo e reagire con vigore anche nel Vecchio Continente.

Eventi recenti mostrano come questo sia possibile. In Italia, iGenius, l’azienda fondata da Uljan Sharka, ha recentemente annunciato la costruzione di un supercomputer chiamato Colosseum, basato su motori Nvidia. Con una valutazione di un miliardo di euro, l'”unicorno” italiano non ha cercato il suo percorso oltre oceano ma ha trovato sostegno all’interno delle nostre frontiere, collaborando con Leonardo, una società che possiede uno dei supercomputer più veloci al mondo. Questa iniziativa dimostra che non è obbligatorio cercare conferme negli Stati Uniti o in Cina per sviluppare tecnologie avanzate, e che l’Europa ha molto da offrire.

La Francia, con la startup Mistral, si sta aprendo la strada nel campo dei Large Language Model, cercando di attrarre talenti globali. Tuttavia, per competere con i giganti americani e asiatici, gli europei devono superare alcuni ostacoli, tra cui la fuga di cervelli. Infatti, Guillaume Lample, uno dei fondatori di Mistral, potrebbe trasferirsi negli Stati Uniti per partecipare a questa gara globale di talenti, che rimane un asse cruciale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

In Italia, la crescita tecnologica è testimoniata dal supercomputer che l’Eni ha installato vicino a Pavia: una struttura in grado di svolgere complessi calcoli industriali grazie a un sapiente uso di dati, algoritmi e capacità computazionale. Anche Siemens, dalla Germania, non s’è tirata indietro, acquisendo Altair per rafforzare la sua posizione nei software di simulazione, superando le sfide economiche e culturali.

È fondamentale che il Vecchio Continente recuperi l’orgoglio per le proprie capacità tecnologiche, comprendendo che il progresso digitale consente di affrontare sfide impensabili fino a poco tempo fa. Sviluppare un’identità industriale e culturale radicata nella tradizione europea è un passo essenziale per riaffermare la posizione dell’Europa nel contesto globale. Le parole di Sharka sul valore di un’infrastruttura industriale moderna sono un richiamo all’azione per istituzioni e politici, che dovrebbero supportare questo slancio innovativo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *