Questa mattina, il corpo privo di vita di un neonato è stato rinvenuto nella culla termica all’interno della chiesa di San Giovanni Battista, situata nel quartiere Poggiofranco a Bari. L’incidente è avvenuto il 2 gennaio, e il ritrovamento è stato effettuato da un dipendente di un’agenzia di pompe funebri durante la celebrazione del funerale di un’anziana signora.
Pare che chi ha lasciato il piccolo nella culla non abbia chiuso la porta della stanza, impedendo così l’attivazione dell’allarme previsto. Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, ha dichiarato: “È un evento spiacevole quello accaduto oggi. L’unico lato positivo è che la culla termica ha dimostrato di essere funzionante e di poter essere ancora utilizzata, segno di un’ultima speranza, anche se in questo caso il bambino è stato abbandonato privo di vita”. In assenza di un allarme, il sacerdote non è stato avvisato.
Le verifiche tecniche hanno confermato che non ci sono stati malfunzionamenti negli apparati e che il sistema era in ordine. Tuttavia, l’evento ha lasciato la comunità sconvolta e profondamente addolorata. Il neonato era avvolto in un piumino, e si ritiene avesse circa un mese di età. È possibile che sia stato lasciato ancora vivo nella culla, ma il mancato riscaldamento dovuto alla porta aperta potrebbe aver determinato il decesso per ipotermia.
Le autorità della questura di Bari, con le unità delle Volanti e della Scientifica, sono intervenute sul posto e stanno ora indagando sul caso, con la collaborazione della squadra mobile. Gli inquirenti stanno esaminando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza disponibili nella zona.
Presente anche il professor Biagio Solarino dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, mentre Ciro Angellilis, il magistrato inquirente, ha avviato un’inchiesta giudiziaria per il reato di abbandono di minore aggravato dalla morte, e predisposto l’autopsia.
Solo un anno fa, nello stesso luogo, una neonata era stata posta nella culla termica della parrocchia di Poggiofranco. In quell’occasione, l’allerta del sensore aveva fatto scattare il campanello d’allarme e don Antonio Ruccia aveva risposto prontamente, soccorrendo la piccola.
La culla termica, operativa dal 2014, è diventata un’ancora di speranza per molti, utilizzata per la prima volta nel luglio di tre anni fa. In quell’occasione, fu battezzato con il nome Luigi un bambino lì lasciato dai genitori. Nonostante le tragedie, questa struttura continua a rappresentare un simbolo di speranza per coloro che cercano un’opportunità di rinascita.
Ma perché la gente mette figli al mondo se poi non può o non vuole tenerli? È un mondo difficile e ingiusto, mi dispiace per quel piccolo angelo, speriamo che almeno dal cielo trovi un po di amore e serenità.
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Sono completamente d’accordo con te. È fondamentale che la società si unisca per garantire che ogni bambino abbia accesso a un ambiente sicuro e amorevole. Dobbiamo tutti essere più consapevoli e attivi nel difendere i diritti dei bambini e nel creare un mondo in cui ogni giovane possa crescere con dignità e speranza per il futuro.
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Non ci posso credere che succedano ancora ste cose nel Dio solo sa cosa passano certi genitori per arrivare a fare scelte del genere, ma lasciare non si fa mai.
Purtroppo, a volte le situazioni sono più complesse di quanto possiamo immaginare dall’esterno. Anche se sembra inconcepibile, ci sono contesti di disperazione e sofferenza che portano le persone a prendere decisioni estreme. È importante cercare di capire le circostanze e offrire sostegno e aiuto piuttosto che giudicare.
Assolutamente d’acordo. È fonndamentale mantenere empatia e comprendere che dietro ogni scelta c’è una storia commplessa. Offrire supporto e comprensione può faare una grande differenza nelle vite delle persone chhe attraversano momenti difficili..
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Mi fa male al cuore leggere notizie del genere. Povero piccolo, chissà quale storia tragica si nasconde dietro quel gesto. Speriamo che le indagini possano portare un po di giustizia e pace.
È davvero straziante, la speranza è che chi ha il potere di farlo riesca a dare risposte, verità e, soprattutto, protezione ai più indifesi.
Sono d’accordo, è fondamentale che chi è in posizione di autorità faccia tutto il possibile per garantire giustizia e sicurezza a chi ne ha più bisogno.
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Assolutamente sì, è indispensabile che chi ha responsabilità nel governo e nelle istituzioni ascolti le esigenze dei più vulnerabili e lavori concretamente per costruire una società più giusta e inclusiva.