In un tragico evento che ha scosso la comunità di Bergamo, la gelosia si è trasformata in un omicidio, portando alla morte del 36enne Mamadi Tunkara. L’assassino, Sadate Djiram, un giovane di 28 anni originario del Togo, ha confessato di aver accoltellato la vittima dopo un acceso confronto. L’omicidio si è svolto in un contesto drammatico e intricatamente connesso a relazioni personali e questioni di cuore.
Mamadi Tunkara lavorava presso un supermercato di Bergamo, aiutando i clienti con la spesa e offrendo supporto, in particolar modo agli anziani. In questo ambiente aveva conosciuto Djiram, che lo avrebbe successivamente ucciso in un impeto di gelosia. Djiram viveva con la sua ex fidanzata, un’italiana trentenne, fino a quando la relazione non si era interrotta alla fine dell’anno precedente. Egli sospettava che la rottura fosse avvenuta a causa di un legame tra la donna e Tunkara, sebbene non vi siano al momento conferme di un reale coinvolgimento romantico tra la vittima e l’ex compagna dell’assassino.
Il delitto si è consumato nei pressi del Carrefour di via Tiraboschi, dove le telecamere di sorveglianza hanno immortalato Djiram mentre entrava e usciva dal supermercato poco prima dell’aggressione. Dopo aver colpito Tunkara con un coltello da cucina, Djiram è fuggito, cercando rifugio prima di essere fermato dalle autorità in Svizzera, privato di documenti e senza un piano di fuga concreto.
La polizia ha rapidamente identificato e catturato Djiram, grazie anche alla collaborazione di cittadini e alla tempestiva analisi delle riprese di sicurezza. Durante la fuga, l’assassino ha abbandonato uno zaino contenente documenti che hanno permesso agli inquirenti di risalire rapidamente alla sua identità.
Djiram, che viveva in Italia dal 2017, è stato nel frattempo coinvolto in un procedimento per il rinnovo del permesso di soggiorno. Studente presso istituti serali e senza un’occupazione stabile, aveva trascorso un periodo in Germania prima di tornare a Bergamo. Il suo arresto e la confessione del delitto hanno chiuso il cerchio su una vicenda che ha lasciato un segno profondo nella città.
Mentre si attende l’autopsia e ulteriori sviluppi legali, Bergamo riflette sulle complesse dinamiche personali che hanno portato a questo tragico evento e sull’importanza di affrontare in tempo situazioni di tensione e conflitto che possono sfociare in atti estremi e irreparabili.