Il tragico bombardamento avvenuto il 20 ottobre 1944 ha segnato indelebilmente la memoria del quartiere Gorla a Milano. In quel fatidico giorno, un errore durante un attacco aereo alleato causò la devastante morte di 184 bambini, 19 insegnanti, 5 bidelli, e la direttrice della scuola elementare Crispi. Tra coloro che si salvarono vi fu l’insegnante, madre del cantautore Enrico Ruggeri, che proprio in virtù di questa tragedia ha dedicato una ballata intitolata “La bambina di Gorla”, parte del suo nuovo album “La caverna di Platone”.
Il monumentale sacrario e la piazza “Piccoli Martiri” onorano oggi la memoria di quei tragici eventi. Ruggeri ha presentato il brano nella sua trasmissione su Rai2, “Gli occhi del musicista”, suscitando emozione e coinvolgimento nel quartiere. La canzone affronta il tema del rapporto tra genitori e figli, una componente centrale della puntata a cui hanno partecipato vari ospiti, tra cui Cristiano De André ed Eugenio Finardi.
Il testo della ballata si focalizza sui sentimenti e gli incubi dei genitori che si lanciarono verso la scuola, temendo il peggio per i propri figli. La protagonista immaginaria della canzone rappresenta tutte le voci silenziate di quella giornata, una testimonianza che dà voce ai bambini e agli adulti sconvolti dal dolore.
Graziella Ghisalberti, sopravvissuta di quell’orribile giorno, ricorda come l’allontanamento per motivi di sicurezza l’abbia salvata. Le sue parole risuonano insieme a quelle della canzone: “Quando sogno, i miei compagni sono ancora vivi”. Nonostante il silenzio iniziale, le memorie della strage di Gorla sono poi emerse negli anni, con i superstiti come Graziella che hanno condiviso le loro esperienze in varie scuole e programmi televisivi.
Questo triste capitolo della storia è stato lentamente riportato alla luce grazie all’interesse suscitato dai media e dalla letteratura storica. Il desiderio di Graziella è che Ruggeri possa un giorno esibirsi a Gorla, per rendere omaggio con la sua musica a chi ha perso la vita sotto le bombe alleate.
Bella iniziativa da parte di Ruggeri, ma spero che non si dimentichi mai un’azione come quella. Avoglia se è importante rifletterci sopra.
Madò che tristezza, mi commuove il pensiero di quei poveri bambini e delle loro famiglie… Non si deve mai dimenticare!
Ruggeri è stato bravissimo a creare una ballata così toccante, la storia deve essere conosciuta da tutti, specie dai giovani.
Sono tantissimi anni fa ormai, ma queste storie devono essere ricordate per sempre… Che tragedia immensa.