Nei giorni scorsi, un deposito di munizioni e uno di droni situati nel sud della Russia sono stati colpiti da un attacco. La notizia è stata riportata da una fonte del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) e diffusa da Ukrinform. Secondo le dichiarazioni della fonte, droni ucraini dell’Sbu e un missile Neptune hanno colpito un deposito di munizioni e droni da ricognizione nei pressi del villaggio di Chaltyr, nella regione di Rostov. Il sistema di difesa aerea russo è stato superato dai droni ucraini, permettendo così al missile di centrare il bersaglio.

Le autorità russe hanno confermato l’incendio avvenuto nella struttura industriale vicino a Chaltyr a causa di un attacco con drone, sebbene non abbiano fornito ulteriori dettagli. Il governatore della regione di Rostov, Yuri Slusar, ha comunicato che le difese aeree russe hanno abbattuto 16 droni nei dintorni durante l’attacco notturno ucraino.

In ambito politico, Kaja Kallas, alto rappresentante dell’Unione Europea, in un’intervista all’ANSA, ha sottolineato che la guerra potrebbe terminare quando la Russia cesserà di bombardare i civili e ritirerà le sue forze. Ha sostenuto che Mosca capisce solo la forza e che è essenziale esercitare pressione politica ed economica su Putin per arrivare a un accordo di pace. Questa prospettiva viene vista come una strategia necessaria, considerando anche gli accordi di Minsk che la Russia, in passato, non ha rispettato.

Intanto, le autorità ucraine si sono mostrate scettiche riguardo l’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin. All’eventualità di un dialogo tra Putin e il neo eletto presidente statunitense, il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Georgi Tikhi, ha osservato che non c’è nulla di nuovo in tale proposta, rimarcando invece l’importanza del futuro incontro tra Trump e il presidente ucraino Zelensky. A Kiev, l’accento è posto sulla necessità di un impegno collaborativo con la nuova amministrazione USA per promuovere la pace nel Paese.

Il presidente Zelensky ha affermato di non poter permettersi di essere stanco durante il conflitto, sottolineando la sua determinazione e la volontà di rimanere al servizio del popolo ucraino, mentre la sua famiglia vive le stesse difficoltà degli altri cittadini a Kiev.

Curiosamente, nelle vicende legate al conflitto, un pizzaiolo italiano, Gianni Cenni, sostenuto di essere stato catturato dagli ucraini nel Donbass come combattente filorusso, è risultato sconosciuto nella pizzeria partenopea in cui dichiarava di lavorare. Il personale del locale, “La Figlia del Presidente”, ha categoricamente smentito la sua versione, sottolineando come nessuno abbia mai sentito parlare di lui. I gestori del locale hanno espresso incredulità, ipotizzando che Cenni possa aver fabbricato una narrazione personale finalizzata alla pubblicità.

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