A Los Angeles, nonostante la preparazione, l’incendio devastante ha superato le risorse disponibili, portando a un bilancio tragico di 16 vittime confermate e 10 dispersi, oltre a più di 12.000 strutture distrutte. Quasi duecento mila residenti sono stati costretti a evacuare la città. Le autorità, sebbene avessero predisposto un piano con il preposizionamento di camion e l’impiego di ulteriori vigili del fuoco, non erano pronte ad affrontare un’emergenza di tale portata. Il capo dei vigili del fuoco della contea di Los Angeles, Anthony Marrone, ha riconosciuto pubblicamente che le risorse umane e materiali non erano sufficienti a fronteggiare quattro incendi contemporaneamente. Le difficoltà di bilancio, che da tempo affliggono il dipartimento, hanno limitato la risposta all’emergenza, situazione resa ulteriormente problematica dalla presenza di molteplici focolai in contemporanea.

Gli esperti sottolineano quanto sia critico il pre-posizionamento delle risorse: avere mezzi e personale vicino ai potenziali focolai è fondamentale. Gli incendi, se non contenuti immediatamente, rischiano di espandersi incontrollabilmente, soprattutto in condizioni atmosferiche avverse come quelle registrate con i venti di Santa Ana. Tuttavia, tali misure risultano estremamente onerose e richiedono decisioni a livello politico. Recentemente, un’allerta del National Weather Service aveva indicato un rischio elevato, ma nonostante gli sforzi per la mobilitazione straordinaria di risorse, l’esclusione di Pacific Palisades dall’invio di aiuti supplementari è stata una scelta rivelatasi fatale.

Un ulteriore ostacolo è stato rappresentato dal sistema idrico della città, che non è progettato per sostenere le esigenze di spegnimento degli incendi su vasta scala. Secondo Michael McNutt del Las Virgenes Municipal Water District, il sistema è tarato per situazioni di emergenza limitata, come incendi domestici, e non per fornire enormi volumi d’acqua per lunghi periodi. La chiusura per manutenzione di importanti serbatoi ha reso ancora più critica la situazione.

Infine, l’espansione urbana disordinata rappresenta un ulteriore fattore di rischio. Le zone di Altadena e Pacific Palisades, costruite in aree montane soggette a incendi ricorrenti, hanno visto da decenni la crescita di quartieri residenziali in zone difficili da difendere. Lo sviluppo urbano, in mancanza di piani di prevenzione adeguati, ha esacerbato l’esposizione a gravi rischi. Come affermato da Timothy Ingalsbee, la costruzione in aree a rischio è sempre stata una bomba a orologeria che oggi, aggravata dai cambiamenti climatici e dalla crescente siccità, minaccia seriamente la sicurezza delle comunità.

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