Stormy Daniels, il cui vero nome è Stephanie Gregory Clifford, è una figura multiforme che ha saputo costruire un’intera carriera attorno alla vicenda che l’ha vista coinvolta con Donald Trump. Cresciuta in una famiglia spezzata della Louisiana, con un padre assente e una madre distante, a soli 17 anni inizia a lavorare come modella e a esibirsi in spettacoli di striptease a Baton Rouge. La sua scelta sembra dettata dalla necessità: «guadagnavo più che spalando letame in una stalla». Questa giovane donna, dal passato difficile, si trasforma presto in pornostar, e la sua carriera la conduce a una serata fatale del 2006, quando incontra Trump durante un torneo di golf a Lake Tahoe, Nevada.
Il famoso incontro include una cena, terminata con un rapporto sessuale nella suite di Trump, il quale le avrebbe promesso maggiore notorietà grazie a una partecipazione al suo show televisivo “The Apprentice”. Un invito che non si concretizzerà mai, costringendo Stormy a tornare al suo campo professionale, dove nel frattempo aveva già avviato un’attività imprenditoriale.
La Daniels descrive nei suoi scritti come il suo aspetto e il suo corpo siano divenuti un vero e proprio business. Dal cambiamento del colore dei capelli, che da castani diventano biondo platino, fino all’investimento su protesi per il seno, il suo aspetto è divenuto la base dell’azienda Stormy.
L’incontro con Trump è stato segnato da dettagli imbarazzanti, che l’attrice ha incluso nel suo libro. Durante la sua testimonianza in tribunale, ha menzionato che Trump le disse di somigliare a sua figlia Ivanka per intelligenza, avvenenza e capelli biondi. Inoltre, Trump, all’epoca sposato da poco con Melania, le avrebbe detto di non preoccuparsi del loro matrimonio, in quanto dormivano in stanze separate.
Per anni questa vicenda non è emersa pubblicamente, fino al 2011, quando Stormy Daniels decide di raccontarla a un magazine di gossip. Tuttavia, la storia viene messa a tacere dopo presunte minacce ricevute in un parcheggio di Las Vegas, e la pubblicazione viene sospesa fino al 2018, quando il Wall Street Journal la rende pubblica. Oltre a ciò, il giornale racconta anche del pagamento di 130 mila dollari a Stormy, effettuato da Michael Cohen, avvocato di Trump, a ridosso delle elezioni presidenziali. Questo pagamento, volto a comprare il silenzio della Daniels, non sarebbe stato di per sé illegale, sebbene abbia influito sugli esiti elettorali.
Le procure di New York incriminano Trump alle luce di queste nuove evidenze, e la giuria, dopo un accurato processo, lo giudica colpevole di 34 capi d’imputazione, tra cui la falsificazione dei bilanci. Dopo la storica condanna, il giudice Merchan passa alla storia non solo per aver emesso il primo verdetto penale nei confronti di un presidente, ma anche per aver optato per una condanna simbolica, senza pene detentive o altre conseguenze accessorie.
Questo caso, che ha scosso la scena politica e giudiziaria americana, rappresenta un punto cruciale nelle cronache statunitensi, legando indissolubilmente il nome di Stormy Daniels alla storia giudiziaria del paese.