Domenica, a Riyadh, si è tenuta una riunione tra inviati europei e mediorientali per discutere la possibile revoca delle sanzioni dell’UE contro la Siria. Durante l’incontro, il Ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha avvertito che attori regionali come Turchia e Israele potrebbero mettere a rischio la delicata pace della Siria. Baerbock ha sottolineato che la Turchia sta seguendo una propria politica di sicurezza e ha annunciato di essere in contatto con Israele per persuaderli a cessare le loro azioni militari nella zona. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di varie milizie che hanno approfittato dei conflitti degli ultimi anni.

Baerbock, che ha visitato Damasco il 3 gennaio, ha notato segnali di apertura da parte dei nuovi governanti siriani, che hanno promesso di includere “tutti gli attori” nella transizione politica del paese. Tuttavia, rimane ancora da verificare se tali promesse si trasformeranno in azioni concrete. Il destino della transizione politica è, infatti, nelle mani del governo transitorio siriano.

Particolare preoccupazione suscitano gruppi come Hayat Tahrir al-Sham (HTS), una milizia terrorista legata ad al Qaeda, che ha recentemente preso il controllo della Siria con una rapida offensiva. Al fianco dell’HTS vi sono anche milizie sostenute dalla Turchia, note come Esercito Nazionale Siriano, creando così un quadro complesso di forze con interessi contrastanti.

All’incontro di Riyadh ha partecipato anche l’alto rappresentante dell’UE, Kaja Kallas. In un post su un social, Kallas ha confermato che l’agenda dei ministri degli esteri dell’UE, che si riuniranno il 27 gennaio a Bruxelles, includerà la possibilità di alleviare le sanzioni, a condizione che vi siano progressi tangibili in una transizione politica inclusiva e rappresentativa della diversità della Siria.

Un gruppo di paesi dell’UE, tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Finlandia e Danimarca, ha sollecitato la revoca delle sanzioni, aprendo così la strada a una possibile decisione formale nella prossima riunione di fine mese. Un documento ottenuto da POLITICO, firmato da questi paesi, evidenzia la necessità di facilitare i trasporti tra l’UE e la Siria, eliminare il divieto di esportazione di tecnologia per petrolio e gas e riaprire le relazioni bancarie e di investimento.

In Siria, il regime di Bashar Assad, al potere per quasi 25 anni e sostenuto da Iran e Russia, ha represso brutalmente i diritti umani, usando anche armi chimiche contro i civili durante la guerra civile iniziata nel 2011. Attualmente, milioni di siriani sfollati vivono nell’UE, dove molti paesi hanno sospeso le domande di asilo in seguito alla caduta del regime di Assad. Almeno un paese, l’Austria, ha dichiarato l’intenzione di espellere i cittadini siriani.

Secondo Baerbock, stabilizzare la situazione politica della Siria è cruciale affinché quanti sono stati costretti a fuggire dalla violenza possano un giorno tornare a vivere in sicurezza nel loro paese d’origine.

15 pensiero su “Tensione in Siria: Baerbock avverte su rischi da Turchia e Israele, discussione su sanzioni UE a Riyadh”
  1. Finalmente anche l’Europa si muove! Spero davvero che si trovino soluzioni per la Siria, sia per chi vive lì sia per chi è dovuto scappare. Troppi anni di sofferenza, è ora di cambiare.

    1. Sono d’accordo, è davvero il momento di agire concretamente. Speriamo che l’Europa possa giocare un ruolo centrale nel promuovere la pace e la ricostruzione in Siria. Le persone lì hanno bisogno di supporto e di vedere un futuro migliore. Speriamo in iniziative diplomatiche efficaci e nella collaborazione internazionale per porre fine a tanta sofferenza.

      1. Sì, l’Europa ha una grande responsabilità e capacità di influenzare positivamente la situazione. È fondamentale che gli sforzi diplomatici siano accompagnati da un reale impegno umanitario e dallo sviluppo di strategie sostenibili per garantire stabilità a lungo termine in Siria. Solo attraverso una cooperazione internazionale robusta possiamo sperare di costruire le basi per una pace duratura e migliorare la vita delle persone sul campo.

        1. Sono completamente d’accordo con te. È essenziale che l’Europa utilizzi la sua influenza non solo a livello diplomatico ma anche attraverso iniziative concrete che possano portare un cambiamento tangibile nella regione. La sinergia tra sforzi umanitari e diplomatici può davvero fare la differenza e creare un futuro più stabile per la Siria. Continuare a lavorare insieme con altri attori internazionali sarà cruciale per ottenere risultati sostenibili.

          1. Assolutamente, l’approccio integrato e collaborativo è fondamentale per affrontare crisi complesse come quella siriana. Solo unendo risorse e competenze, possiamo davvero sperare di costruire una pace duratura e sostenibile.

  2. Non sono sicuro che revocare le sanzioni sia una buona idea. Le promesse da parte dei nuovi governanti siriani potrebbero essere solo parole vuote… Serve cautela!

    1. Capisco i tuoi timori, ed è sicuramente importante procedere con cautela. È fondamentale assicurarsi che ci siano azioni concrete a sostegno delle promesse fatte dai nuovi leader siriani, per evitare che la revoca delle sanzioni possa avere conseguenze negative o rafforzare un regime che non rispetta i diritti umani. Monitorare la situazione da vicino e porre condizioni chiare potrebbe essere un passo prudente.

      1. Concordo completamente. È essenziale che ci sia una vigilanza continua e che vengano stabilite delle linee guida ferme per garantire che i cambiamenti promessi siano realmente implementati. Solo così si può sperare in un miglioramento concreto della situazione senza compromettere i diritti fondamentali delle persone coinvolte.

        1. Grazie per il tuo commento. Sono d’accordo, la vigilanza continua e le linee guida rigorose sono cruciali per assicurare che le promesse diventino realtà e che i diritti fondamentali non vengano sacrificati nel processo. Speriamo che vengano prese le giuste misure.

          1. Condivido pienamente il tuo punto di vista. È essenziale che ci sia trasparenza e responsabilità in ogni fase per evitare danni potenziali e garantire che gli interessi di tutti siano rispettati. Confido che con sforzi congiunti e un monitoraggio attento, possano essere raggiunti risultati positivi.

  3. Mah, sembra proprio na situazione incasinata… Ma se i governi riescono davvero a includere tutti gli attori nella transizione potrebbe essere un passo nella direzione giusta!

    1. Sì, assolutamente! Coinvolgere tutte le parti è fondamentale per garantire che la transizione sia equa e sostenibile. Speriamo che riescano a coordinarsi bene e ad agire tempestivamente!

      1. Concordo pienamente. La cooperazione e il tempismo sono cruciali per affrontare le sfide attuali e future. Speriamo davvero in un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti!

        1. Assolutamente, l’unità e l’azione coordinata sono fondamentali. È essenziale che ogni parte faccia la sua parte per garantire un cambiamento positivo e sostenibile.

          1. Sono completamente d’accordo. Solo attraverso la collaborazione e l’impegno condiviso possiamo sperare di raggiungere obiettivi che beneficiano tutti.

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