ottobre 2023. A Gerusalemme, l’attenzione è focalizzata sull’incontro tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, noto esponente della destra radicale. I media locali riferiscono che uno degli obiettivi principali di Netanyahu è persuadere Smotrich a rimanere nel governo, anche in caso di accordo con Hamas per un cessate il fuoco. La situazione è resa delicata dalle recenti dichiarazioni del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, che ha pubblicamente esortato Smotrich a dimettersi insieme a lui, qualora venisse accettato l’accordo.
Nel frattempo, iniziative diplomatiche si svolgono anche in Egitto. A quanto pare, Il Cairo si sta preparando per l’eventuale apertura del valico di Rafah, con l’intento di facilitare il transito degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi in caso di firma dell’accordo di tregua. La fonte anonima citata da «Al Araby al Jadeed», suggerisce che gli aiuti umanitari potrebbero iniziare a passare attraverso Rafah già dal primo giorno dell’eventuale cessate il fuoco. Una settimana dopo, sarebbe il turno dei malati e dei feriti.
A Doha, i colloqui tra Israele e Hamas riguardanti il cessate il fuoco sembrano essere alle battute finali. Hamas ha confermato i progressi, sottolineando le speranze di raggiungere un’intesa ampia e soddisfacente. Parallelamente, le altre fazioni palestinesi sono state messe al corrente degli sviluppi e hanno espresso un moderato ottimismo circa l’andamento dei negoziati.
La scena politica internazionale vede anche il Libano al centro delle attenzioni, con il neo premier incaricato, Nawaf Salam, che promette di impegnarsi per costruire un nuovo Libano, riportando l’autorità statale su tutto il territorio dopo un lungo stallo politico. Il presidente francese Emmanuel Macron è atteso a Beirut, segnale di un rinnovato interesse della comunità internazionale per il Paese dei Cedri, che affronta una crisi economica paralizzante e risente delle tensioni tra Israele e Hezbollah.
In un contesto più ampio, l’Iran intende inviare un segnale di pace e stabilità attraverso un’intervista del suo presidente Masoud Pezeshkian alla rete statunitense NBC. L’intervento fatto per rassicurare sulla volontà di negoziati equi potrebbe aver un impatto considerevole sugli equilibri geopolitici della regione.
Infine, una bozza di accordo tra Israele e Hamas è stata rivelata. Tel Aviv manterrebbe per una prima fase, il controllo del Corridoio Filadelfia al confine di Gaza con l’Egitto, mentre Hamas rilascerebbe alcuni ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi. Il piano prevede anche un ritiro progressivo delle forze israeliane e una possibile ricostruzione di Gaza sotto monitoraggio internazionale, con una tregua iniziale della durata di 42 giorni.
Questi sviluppi dinamici e interconnessi continuano ad alimentare le speranze e le preoccupazioni sulla possibilità di una pace duratura nella regione, mentre i diplomatici internazionali e regionali lavorano alacremente per mediare una soluzione accettabile per tutte le parti coinvolte.