Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia e ministra del Turismo nel governo Meloni, dovrà affrontare un processo. L’ufficio Gup del Tribunale di Milano ha accolto la richiesta dei pm Giuseppina Gravina e Luigi Luzi per il reato di falso nelle comunicazioni societarie, relativo agli anni 2016-2022 della Visibilia Editore spa, e per altre società collegate al gruppo Visibilia. La questione verte sull’«avviamento» della società, un valore che avrebbe dovuto essere svalutato a zero dal 2016, ma che è stato mantenuto in bilancio per circa 3 milioni di euro.

Il processo avrà inizio il 20 marzo, e tra gli imputati ci sono anche Dimitri Kunz, ex compagno della ministra, e altri membri del suo entourage familiare e professionale. Alcuni, come Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, hanno già patteggiato pene e sanzioni. Santanchè, nel frattempo, ha ottenuto la prescrizione per un capo di imputazione relativo agli anni 2912-2019.

Seppur attesa, la decisione del rinvio a giudizio lascia spazio a differenti reazioni. Il difensore di Santanchè, Nicoló Pelanda, è pronto a dimostrare l’innocenza della sua assistita durante il processo. Dall’altra parte, Giuseppe Zeno, il finanziere il cui esposto ha dato il via all’inchiesta, attende ancora il risarcimento di 400 mila euro.

Ma questo non è l’unico procedimento che grava sulla ministra. Un’altra richiesta di processo riguarda un’ipotesi di truffa allo Stato per l’uso di cassa integrazione durante il periodo Covid. Inoltre, Santanchè risulta anche indagata in relazione alla bancarotta di società nel settore biologico, con passivi milionari. Un’ombra si getta anche su una transazione immobiliare, definita sospetta, che ha coinvolto il suo compagno e la moglie del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Visibilia, un tempo gestita dalla ministra, aveva acquisito diverse riviste di notorietà, diventando poi quotata in Borsa. L’indagine ha evidenziato come Santanchè fosse il principale riferimento economico per tutte le società del gruppo. Il professore Nicola Pecchiari della Bocconi ha sottolineato la centralità del suo ruolo, mentre altri documenti interni hanno gettato ulteriori ombre sulle gestioni passate.

Il caso di Daniela Santanchè si sviluppa dunque in un intreccio complesso di questioni legali e finanziarie, la cui risoluzione appare ancora lontana.

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