Otto anni orsono, Donald Trump giunse a Washington, una città ancora sgomenta per la sua inaspettata vittoria elettorale. Questa volta, ha convertito la capitale americana in una vera e propria celebrazione a tema MAGA. All’interno della Capital One Arena, lo scorso fine settimana, i sostenitori indossavano cappellini MAGA e sciarpe dai colori patriottici, mentre i cappelli da cowboy decorati con l’emblema “Trump 2024” spiccavano tra la folla. Il presidente eletto è stato accolto come un vincitore trionfale, calandosi sul palco attraverso una scala che attraversava il pubblico. Trump, che era stato precedentemente ignorato da molti a Washington, ha portato la propria celebrazione, insieme ai suoi seguaci, nella capitale alla vigilia della sua inaugurazione.
Michael Yadeta, un ex candidato per l’8° distretto congressuale del Maryland, osservando dallo spazio riservato in prima fila, ha descritto questa fase come una vera rivoluzione, non solo una semplice vittoria. Secondo lui, otto anni fa, la sua conquista nel 2016 aveva colto molti di sorpresa. Tuttavia, adesso, la dinamica appare mutata per il consenso popolare che ha ottenuto, sia nel voto popolare che in quello elettorale.
Nel suo discorso, Trump ha promesso a una nazione, che ha attraversato “quattro lunghi anni di declino”, un imminente periodo di fortuna crescente. Sebbene erediti un’economia in crescita, ha dichiarato che la sua amministrazione dovrà affrontare disastri sia nazionali che internazionali. “L’America tornerà ad essere una nazione libera e orgogliosa”, ha proclamato, anticipando il cambio di guardia a mezzogiorno del giorno seguente.
Il raduno ha manifestato inequivocabilmente l’influenza di Trump su Washington. Con i repubblicani al timone del governo federale e casi come quello del segretario alla Difesa Pete Hegseth in fase di conferma, senza dimenticare la Corte Suprema orientata favorevolmente verso le sue posizioni, il dominio appare consolidato. Durante la manifestazione, Trump ha espresso l’intenzione di fare visita a Los Angeles, devastata dagli incendi, e di rendere pubblici importanti documenti storici su assassinii famosi.
Stephen Miller, destinato a diventare vice capo di gabinetto, ha preannunciato il tipo di provvedimenti che si vedranno nel nuovo mandato. Tra questi, un ordine esecutivo per affrontare l’immigrazione irregolare e questioni di sicurezza interna. Miller ha sottolineato l’impegno a riprendersi l’America, eradicare i cartelli criminali e fare giustizia per le vittime di crimini commessi da immigrati illegali.
È attesa una prolifica produzione di ordini esecutivi da parte di Trump, riguardanti diverse tematiche, dal controllo dell’immigrazione all’energia. Nonostante consigli ricevuti di moderazione nei suoi primi giorni, Trump ha deciso un ampio utilizzo di tali strumenti. Al raduno, privo dell’eleganza cerimoniale di un evento ufficiale, si sono riproposti gli elementi familiari dei suoi eventi elettorali, fino alla musica che ha accompagnato il suo caratteristico ballo, questa volta eseguito dal vivo dai Village People.
Trump ha anche lasciato intendere nuove decisioni imminenti, rendendo il pubblico partecipe del suo piano nei confronti dei prigionieri del 6 gennaio. Tra i variegati speaker presenti, c’erano figure pubbliche di vari settori, come Megyn Kelly, Elon Musk e il capo dell’Ultimate Fighting Championship Dana White, a delineare le aspirazioni della futura amministrazione. Per i fan accorsi da lontano, come George Heoffner e la sua famiglia, questa occasione ha rappresentato un momento di forte partecipazione emotiva e di connessione diretta con figure viste solo in televisione.