A mezzogiorno del lunedì, Donald Trump ha ufficialmente preso l’incarico come 47° presidente degli Stati Uniti, segnando un ritorno audace e senza precedenti alla Casa Bianca. Questo avviene dopo aver sfidato una condanna per 34 capi d’accusa penali e sopravvissuto a un tentativo di omicidio che lo ha lasciato ferito ma più combattivo che mai. I suoi primi passi indicano che il desiderio di rivalsa personale che Trump porta a Washington, dopo quattro anni fuori dal potere, non si traduce in un approccio più convenzionale alla politica. Al contrario, egli appare più rafforzato e richiama una lealtà ancora più salda, determinato a vendicarsi di quelli che considera i suoi nemici politici, compresi quelli che hanno cercato di chiamarlo a rispondere delle sue azioni.

Le sue aspirazioni politiche si sono amplificate notevolmente, comprendendo piani per massicce deportazioni, ampie tariffe commerciali e una strategia estera sorprendentemente espansionista che potrebbe includere azioni militari in Groenlandia e Panama. Tuttavia, mentre si avvicina al Giorno dell’Inaugurazione, c’è un accordo tra amici e alleati di Trump sul fatto che non solo il paese è cambiato dall’ultima volta che ha occupato la Casa Bianca, ma anche Trump stesso ha subito un cambiamento, almeno in parte. Il presidente appare più sicuro delle sue abilità e più consapevole delle dinamiche politiche di Washington, anche se i suoi istinti personali restano immutati.

Alle sue spalle si trova una coalizione repubblicana tra le più ampie e diversificate della storia recente, che include non solo fedelissimi di lunga data e sostenitori del movimento MAGA, ma anche rappresentanti di Wall Street, leader del mondo corporate americano, sostenitori del settore tecnologico e della cryptocurrency, conservatori sociali e un ampio spettro di elettori della classe lavoratrice e sindacati, che un tempo trovavano riferimento nel Partito Democratico.

Trump è supportato da un esercito di membri del Gabinetto e ufficiali politici che, al contrario dei loro predecessori di quattro anni fa, non solo tollerano ma sostengono con convinzione la causa del MAGA. Questi funzionari sono determinati a estirpare qualunque forma di opposizione dall’interno del “deep state” nel governo federale. In larga misura, essi hanno giurato fedeltà personale a Trump, appoggiando le sue dichiarazioni infondate di vittoria nelle elezioni del 2020. “Comprende l’incarico e ha una maggiore cognizione del funzionamento del governo,” affermano alcuni osservatori.

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