Le recenti restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione di chip di intelligenza artificiale (IA) verso la Polonia stanno suscitando serio allarme nel governo polacco. Tali limitazioni potrebbero compromettere le ambizioni di Varsavia nel settore emergente dell’IA, proprio nel momento in cui cerca di rafforzare la propria posizione come affidabile alleato militare all’interno dell’Alleanza Transatlantica. La Polonia, da sempre in prima linea contro la Russia, si distingue come uno dei maggiori investitori nell’ambito militare della NATO, attribuendo grande importanza ai legami strategici con gli Stati Uniti.
La decisione dell’amministrazione Biden ha dunque colpito Varsavia con una certa sorpresa, rendendola la più nota vittima europea dell’iniziativa statunitense di limitare le esportazioni di chip IA. I rappresentanti del governo polacco hanno espresso forte disappunto, sostenendo che tali restrizioni potrebbero danneggiare il settore tecnologico nazionale e compromettere i piani di potenziamento militare. Krzysztof Paszyk, Ministro per lo Sviluppo Economico e la Tecnologia, ha definito “incomprensibile” il blocco imposto.
La questione è stata sollevata con urgenza all’ambasciatore statunitense in Polonia, Mark Brzezinski, che è stato chiamato a spiegare le ragioni della decisione poco prima di lasciare l’incarico. Michał Baranowski, Viceministro, affronterà l’argomento anche durante la sua visita negli Stati Uniti.
Questa disputa evidenzia come, nel tentativo di arginare i progressi tecnologici della Cina, gli Stati Uniti possano causare involontari danni collaterali ai loro alleati europei. Sia l’attuale presidente Biden che il suo predecessore Trump hanno intensificato gli sforzi per limitare l’accesso cinese a prodotti di alta tecnologia, talvolta colpendo interessi europei. La recente decisione, infatti, ha permesso solo a 18 alleati, tra cui 10 membri dell’UE, di continuare ad acquistare senza restrizioni questi preziosi componenti tecnologici. Tra questi, la Polonia non rientra, trovandosi ora di fronte a limitazioni significative.
Nel frattempo, l’Europa rimane fortemente dipendente da colossi statunitensi, come Nvidia, per l’approvvigionamento di chip avanzati. L’esclusione della Polonia è stata descritta come un duro colpo che potrebbe rallentare il progresso nel suo settore tecnologico e ostacolare lo sviluppo di sistemi IA per la sicurezza militare. Il governo polacco spera che i suoi legami con gli Stati Uniti aiutino a invertire questa decisione, sottolineando l’importanza delle relazioni strategiche in vari settori, compresi investimenti nucleari e acquisti di materiale bellico.
In cerca di supporto, la Polonia si rivolge anche all’Unione Europea. Krzysztof Gawkowski, Ministro per gli Affari Digitali, ha chiesto un intervento deciso da parte del Commissario responsabile della sicurezza tecnologica, Henna Virkkunen. Mentre i commissari Virkkunen e Šefčovič hanno già espresso obiezioni alla mossa americana, l’opposizione interna accusa il governo polacco di non aver lavorato efficacemente per prevenire tali eclatanti limitazioni. La situazione mette in evidenza la necessità di un maggiore coinvolgimento proattivo con i partner transatlantici, come indicato da Adam Bielan del Parlamento europeo.
In conclusione, il governo polacco vede nelle recenti limitazioni un campanello d’allarme e un invito a riconsiderare e rafforzare i legami con gli Stati Uniti, sottolineando l’importanza dell’accesso alle tecnologie critiche per il futuro del paese.