Durante il Festival di Sanremo 2025, la scelta dei brani in gara sembra sposare un diverso approccio rispetto alle edizioni precedenti. Carlo Conti, direttore artistico, ha proposto un Sanremo che punta sulla musica, riducendo il numero di ospiti e monologhi comici dedicati all’attualità a favore di un maggiore spazio per le canzoni. L’obiettivo è sottolineare il ruolo centrale della musica italiana nella manifestazione.
In questa edizione, il tema dominante è senz’altro il sentimento, pur senza limitarsi alle tradizionali canzoni d’amore. Si nota un’espansione del tema che comprende anche autoanalisi e introspezione. Lo scorso anno, infatti, Amadeus aveva scelto una linea più energica, con brani ritmati e ballerini, mentre quest’annata ha una playlist che predilige le ballad, che costituiscono circa il 60% del totale. Questa è sia una decisione artistica di Conti che un riflesso delle attuali tendenze musicali.
Achille Lauro ritorna con “Incoscienti giovani”, una canzone che promette atmosfere sognanti ispirate agli Aphrodite’s Child, mentre Giorgia, con la collaborazione di Blanco, presenta “La cura di me”, evocando sfumature che richiamano Lucio Dalla. Anche Irama si affida a Blanco per un contributo nel suo pezzo “Lentamente”, che si concentra su una relazione che si dissolve. Tra gli autori spiccano Federico Abbate e Davide Simonetta, noti per la loro prolifica produzione, mentre personaggi come Kekko dei Modà e Brunori SAS si presentano come autori unici delle loro canzoni, riportando un tocco più personale e distintivo ai loro brani.
Fedez con la sua interpretazione di un male oscuro distingue la depressione dai temi legati alla sua immagine pubblica. Nel frattempo, anche Rkomi esplora le ombre della sua musica, diventando Darkomi. Elodie e Joan Thiele percorrono la strada della classicità, mescolando le loro influenze con elementi moderni come la techno e le colonne sonore degli spaghetti western.
Nei brani trap, Tony Effe affronta il tema della romanità con un autotune che richiama California. Bresh si avvicina al cantautorato estraendo immagini dalla tradizione genovese, mentre Rocco Hunt si rifà ai suoi ricordi partenopei. Di contro, Emis Killa mantiene la sua solita formula trasformando torbide storie di droga in ballate. Infine, Shablo si accompagna a Guè, Tormento e Joshua per un brano di rap classico, unico per la sua atmosfera rilassata.
Nella sezione dei tormentoni, si sfidano i Coma-Cose e i The Kolors. Tuttavia, artisti come Clara e Sarah Toscano mostrano difficoltà nel delineare la loro identità musicale, ricadendo nel già sentito. Simone Cristicchi tocca il cuore con una canzone sulla degenerazione di una madre, mentre Willie Peyote offre l’unica riflessione critica sulla politica e la società.
Tra le interpretazioni emergenti vi sono Gaia, che si spinge verso sonorità tropicali, e Lucio Corsi, che potrebbe sorprendere il pubblico con il suo stile fiabesco. Olly si rivolge alla generazione Z con temi di cuori infranti, mentre Francesca Michielin, Gabbani e Rose Villain restano fedeli ai loro stili rispettivamente eleganti, leggeri e complessi. La trasformazione di Serena Brancale sembra non convincere, risultando artificiosa.
Infine, tra i “senatori” del festival, Massimo Ranieri, con autori come Nek e Tiziano Ferro, si distingue positivamente rispetto a Marcella Bella, il cui contributo non è all’altezza delle aspettative.