Una donna di 51 anni, residente a Castrolibero e laureata in Architettura, insieme al marito, un operatore culturale, ha orchestrato minuziosamente il rapimento di una neonata presso la clinica Sacro Cuore di Cosenza. Fingendosi visitatori in visita alle neomamme, la coppia portava dolci, sostenendo di fare visita ai neonati, mentre in realtà pianificavano il sequestro della piccola Sofia, di appena un giorno di vita.

La donna, Rosa Vespa, aveva simulato una gravidanza per ben nove mesi, alimentando le aspettative dei parenti. Il culmine di questa messa in scena è stato raggiunto l’8 gennaio scorso, quando ha annunciato su un social network la nascita di un bambino immaginario, Ansel. Il piano prevedeva una festa nella loro residenza, dove sono stati poi arrestati mentre la donna mostrava orgogliosa la bambina ai familiari ignari.

Gli episodi precedenti al rapimento rivelano una preparazione elaborata. Rosa Vespa e Aqua Moses hanno osservato attentamente le strutture ospedaliere per identificare le possibili vittime del loro piano, imparando orari e routine del personale. La loro intenzione era evidente: passare la neonata come loro figlia, per appagare un desiderio di maternità che non potevano soddisfare biologicamente.

La scelta è ricaduta su Sofia, nata da Valeria Chiappetta, una giovane madre di 24 anni. In occasione del rapimento, Rosa si è presentata come infermiera e ha detto di dover portare la neonata per un controllo, ingannando così la nonna che teneva in braccio la piccola. Sono poi fuggiti in auto verso Castrolibero, dove era pronta una celebrazione per la presunta maternità di Rosa. Tuttavia, c’era stato un cambio di programma nel vestiario della bambina, data la discrepanza tra l’annuncio del figlio maschio e la rapita femmina.

L’arresto della coppia ha rivelato familiari completamente all’oscuro delle reali intenzioni di Rosa e Aqua. Le indagini della squadra mobile di Cosenza, dirette dall’ispettore Claudio Sole, stanno verificando le possibilità di complicità e capire se effettivamente fosse stato commesso un errore nell’aver rapito una bambina invece di un bambino, ipotesi corroborata dal fatto che in pasticceria si parlasse di una torta con un nastro rosa non ordinata.

Le autorità stanno ancora cercando di comprendere pienamente come sia stato possibile per la coppia entrare e uscire dalla clinica con tale facilità. La vicenda ha scosso profondamente la famiglia biologica di Sofia, che stava affrontando un periodo di guerra interiore e dolore considerevole. Un video delle telecamere di sorveglianza ha catturato parte dell’azione, offrendo ulteriori spunti per l’indagine in corso.

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