In un grigio e freddo mattino di marzo 2023, Nicolas Ullens si trovava in un furgone parcheggiato fuori dalla tenuta di famiglia, situata in un quartiere benestante a un’ora da Bruxelles. Con i suoi 57 anni, Nicolas si era recato lì per discutere di questioni finanziarie con suo padre, il Barone Guy Ullens, un tempo inserito nella lista degli uomini più ricchi del Belgio. Tuttavia, il barone non accolse la sua richiesta. Poco dopo, Myriam Ullens, la 70enne seconda moglie del barone, lasciò la proprietà alla guida di una Volkswagen Golf, con il marito 88enne al suo fianco. Nicolas, in attesa all’interno del veicolo, si preparava per un tragico epilogo con una pistola pronta all’uso. Appena l’auto varcò i cancelli, egli bloccò il loro cammino e sparò sei volte, colpendo mortalmente Myriam e ferendo il padre. Dopo circa mezz’ora, Nicolas si consegnò alla polizia confessando il delitto. Questo episodio segnò inevitabilmente la fine della vita di Myriam, ma lasciò anche un campo di battaglia di narrazioni contrastanti che riflettevano complesse vicende familiari ed economiche.

L’elaborazione di tali vicende ha coinvolto più voci: parenti, testimoni, legali e osservatori esterni, intenti a ricostruire gli eventi di quella giornata cruciale. Nei mesi successivi, la loro versione dei fatti sarà ascoltata in un tribunale penale a Nivelles, dove Nicolas dovrà affrontare il processo per omicidio. Tuttavia, Myriam non avrà mai l’opportunità di raccontare la sua storia.

La famiglia Ullens, nota per la sua antica e prestigiosa discendenza, era stata una delle principali protagoniste nell’élite aristocratica del Belgio. Discendenti di facoltosi mercanti anversani, ottennero il titolo nobiliare nel 1693 sotto la dominazione spagnola, un titolo concesso dal re Carlo II di Spagna. Le ricchezze della famiglia si originarono nel fervente commercio dei beni coloniali ad Anversa, all’epoca crocevia del commercio europeo. Il Barone Guy Ullens, nato nel 1935, ereditò una parte di questa fortuna e negli anni Ottanta guidò con successo la Raffinerie Tirlemontoise, società che dominava il mercato belga dello zucchero di barbabietola.

Con il passare degli anni, Guy Ullens decise di diversificare i suoi investimenti, portando la famiglia a rilevare nel 1999 la società americana WeightWatchers. Negli anni 2000, diventò uno dei principali collezionisti d’arte al mondo, con opere esposte all’Ullens Center for Contemporary Art di Pechino. Tuttavia, con la crisi del mercato azionario e il declino del valore delle azioni WeightWatchers, la sua fortuna subì un drastico ridimensionamento. Dovette vendere beni di lusso e la sua collezione artistica fu parzialmente messa all’asta.

Nicolas Ullens, parte di questa dinastia familiare, viveva un’esperienza differente. Aveva intrapreso una carriera nell’intelligence belga, un settore che sembrava fatto su misura per qualcuno del suo lignaggio. Tuttavia, nel 2018, lasciò quel lavoro, rivelando successivamente di aver scoperto irregolarità finanziarie e politiche nel corso del suo incarico.

La rivalità familiare e la tensione finanziaria si intensificarono negli anni, complicate anche dal matrimonio di Guy con Myriam Lechien. Nonostante le sue attività di beneficenza e l’impegno sociale, Myriam rimase un outsider negli ambienti aristocratici, vista con diffidenza e sospetto, un elemento che accentuò ulteriormente le divisioni interne alla famiglia.

Questo dramma si svilupperà ulteriormente nel processo, in cui verranno esplorate le dinamiche familiari, economiche e personali che portarono alla tragica mattina di marzo 2023.

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