A Bruxelles si è aperto un nuovo capitolo nella battaglia per contenere l’influenza delle grandi catene di distribuzione e delle multinazionali alimentari all’interno dell’Unione Europea. Richard Takáč, ministro dell’agricoltura della Slovacchia, al fianco del governo populista di Robert Fico, è divenuto il portavoce di una coalizione di paesi dell’Europa orientale che spinge per un rinnovamento delle normative UE sulle pratiche commerciali sleali. Oltre alla Slovacchia, la coalizione include Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lituania, Romania e Slovenia.

In vista di un importante incontro dei ministri dell’agricoltura dell’UE, la coalizione ha rilasciato una nota critica nei confronti delle riforme proposte dalla Commissione Europea lo scorso dicembre, evidenziando come tali misure non riescano a rispondere adeguatamente a questioni cruciali come le strategie di prezzi selettivi e la vendita di prodotti sotto il costo di produzione. Tali pratiche, secondo i paesi membri, colpiscono in modo sproporzionato agricoltori e consumatori nei mercati più piccoli.

Il settore della distribuzione alimentare nell’Europa orientale è fortemente dominato da catene straniere come Lidl, Tesco, Spar e Auchan, le quali ricoprono ruoli di rilievo nel panorama delle vendite. Sebbene il documento non menzioni specifiche aziende, il potere contrattuale di questi attori stranieri ha generato attriti con i governi locali, che li accusano di schiacciare i prezzi e soffocare i negozi tradizionali.

La proposta della Commissione Europea aveva l’intento di mitigare alcune di queste preoccupazioni, conferendo alle autorità nazionali il potere di indagare sugli abusi che travalicano i confini e promuovendo trasparenza nei contratti di compravendita. Tuttavia, Takáč e i partner orientali chiedono interventi strutturali più incisivi per ridurre l’influenza degli acquirenti più potenti e garantire condizioni più eque lungo tutta la catena di approvvigionamento alimentare.

Nella lettera inviata alla Commissione, si sottolinea l’importanza di una maggiore tutela non solo degli agricoltori, ma anche dei trasformatori e produttori alimentarI, così come del consumatore finale, per difenderli da possibili abusi di posizione dominante nel mercato. Alcuni paesi dell’Est hanno già adottato misure per arginare l’impatto delle catene di supermercati, tra cui tasse, limiti sui prezzi e promozione di prodotti locali, sebbene queste strategie si siano spesso scontrate con le regole del mercato unico europeo.

L’Ungheria, sotto la guida di Viktor Orbán, ha messo in atto politiche particolarmente rigide, volte a tassare i supermercati stranieri, limitare i prezzi e promuovere la proprietà locale, causando critiche per la natura restrittiva di tali provvedimenti.

Takáč ha varato una campagna simile in Slovacchia, spingendo per protezioni maggiori per i produttori nazionali, come imposto da norme che richiedono una quota minima di cibo locale nei supermercati. Alcuni di questi piani, però, sono stati abbandonati da paesi come la Repubblica Ceca e la Romania, contro il timore di possibili battaglie legali a livello europeo. Inoltre, il ministero di Takáč mira a introdurre una tassa sulle catene di distribuzione e a garantire che almeno la metà dei prodotti in promozione nei negozi sia di origine slovacca.

Nel contesto della politica nazionale, Takáč si è dimostrato disposto a sfidare le normative europee per salvaguardare gli interessi slovacchi; una posizione che si riflette anche nel mantenimento dell’embargo, assieme a Polonia e Ungheria, sulle importazioni agricole provenienti dall’Ucraina, vista come una misura necessaria per proteggere il settore locale.

8 pensiero su “Slovacchia guida campagna UE: Limitare potere supermercati e multinazionali”
  1. Eh, i supermercati straniari han troppi potere! Qua ci serve che fanno veramente a rispettare le nostre produzioni locali. Bravo Takáč, ci vuole più uno come lui!

    1. È vero, è importante sostenere le produzioni locali. Bisogna trovare un equilibrio tra la globalizzazione e la valorizzazione delle eccellenze del territorio.

  2. Ma cosa pensa questo Takáč di fare? Gli agriicoltori sano benissimmo che il mercato va così. Se non ci fossero queste catene straniere, saremmo in grossi gguai, altrro che salvaguardia degli interessi slovacchi!

    1. Takáč sta cercando di mettere in evidenza l’importanza di bilanciare gli interessi locali con quelli del mercato globale. Sebbene le catene straniere abbiano portato benefici, è fondamentale garantire che gli agricoltori locali non siano penalizzati e che possano competere in modo equo.

  3. Non so se sia la scelta giusta. Limitare i prezzi e promuovere i prodotti locali sembra una buona idea, ma c’è il rischio che ci becchiamo multe pesanti dall’UE. Finirà che paghiamo noi consumatori.

    1. È comprensibile essere preoccupati per le potenziali conseguenze. Tuttavia, sostenere i prodotti locali a volte può portare benefici a lungo termine per l’economia interna. È importante trovare un equilibrio che rispetti le regolamentazioni europee, ma che allo stesso tempo favorisca i nostri produttori e non pesi troppo sui consumatori. Speriamo che le autorità competenti valutino attentamente tutte le implicazioni prima di prendere decisioni definitive.

  4. Finalmente i nostri paesi dell’est si stanno unendo per difendere gli agricoltori! Speriamo che riescano a fare qualcosa di concreto contro queste grandi catene che ci soffocano.

    1. Sono completamente d’accordo! È fondamentale che i paesi dell’est collaborino per sostenere i nostri agricoltori locali. Le grandi catene spesso schiacciano le piccole imprese, e un’azione concertata potrebbe davvero fare la differenza nel garantire condizioni più eque e sostenibili per tutti. Speriamo che questa iniziativa porti a risultati tangibili!

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