Il giorno successivo alla visita presso il campo di concentramento di Auschwitz, il Presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso significativo al Quirinale. In tale occasione, ha evocato immagini potenti e colme di dolore, tratte dai racconti degli ultimi testimoni di Auschwitz, mettendo in luce l’orrore che l’umanità ha vissuto a causa dell’antisemitismo. Tuttavia, oltre a richiamare alla mente queste immagini, ha cercato di offrire un antidoto per superare un passato che continua a sollevare timori. Tale rimedio risiede nella nostra Costituzione, considerata da Sergio Mattarella come una bussola morale e politica per allontanare il rischio che simili incubi possano ripresentarsi.

Il Presidente ha sottolineato come la Costituzione italiana sia nata con lo scopo di cancellare i principi, le azioni e le parole d’ordine del regime nazifascista, regime che aveva condotto a guerre e campi di sterminio. Contrariamente all’odio, la Costituzione promuove la pace, l’uguaglianza, la giustizia, il confronto e il pluralismo. Questi valori, fondanti della Repubblica, rappresentano l’antitesi delle tirannie e dei dispotismi di ogni epoca.

Nel suo discorso, Mattarella ha anche collegato la riflessione sui principi costituzionali con eventi di attualità, come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha utilizzato slogan e ideologie appartenenti a un passato condannato dalla storia. Anche il conflitto in Medio Oriente, con gli eventi tragici avvenuti nella Striscia di Gaza, è stato evocato per sottolineare l’importanza di una soluzione pacifica, basata sul principio di “due popoli due Stati”, come unica via per dissolvere gli accumuli di odio cresciuti nel tempo.

Nonostante una tregua sia stata raggiunta, il Presidente ha esortato al rispetto di tale pace, mirando a una soluzione duratura. Queste riflessioni mirano a ribadire l’importanza degli insegnamenti della nostra Carta costituzionale come strumento per evitare il ritorno di incubi passati.

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