L’album “Il corpo umano vol.1” di Lorenzo Jovanotti, in arrivo il prossimo 31 gennaio, trae il suo titolo da un’esperienza profondamente personale. Questo progetto musicale non è nato da un semplice impulso artistico, ma affonda le sue radici nel difficile percorso seguito dall’artista a partire da un grave incidente in bicicletta avvenuto a Santo Domingo. Le conseguenze di quell’evento hanno richiesto interventi chirurgici e una riabilitazione molto lunga e complessa.
Jovanotti ha condiviso con il Corriere della Sera le sue riflessioni sul trauma subito, soffermandosi in particolare sulle difficoltà fisiche ancora presenti. Il dolore al fianco e al ginocchio è stato significativo e, sebbene la clavicola non sia mai guarita completamente, ha deciso di considerarla come una sorta di kintsugi personale, la pratica giapponese che celebra le crepe come parte della storia di un oggetto, seppure nel suo caso senza l’uso dell’oro.
Le canzoni dell’album sono nate da un flusso creativo intenso, un vero e proprio diario emotivo. Una volta in studio, i brani sono stati sviluppati seguendo un approccio tipico negli Stati Uniti: se una traccia non prende forma entro sei ore, si passa a lavorare su un’altra idea. Questo processo è stato fortemente influenzato dalle conseguenze fisiche dell’incidente, che hanno toccato anche la sua espressione artistica, storicamente energica e fisicamente coinvolgente. Jovanotti ha dovuto reimparare a camminare, cominciando prima con esercizi di base come gattonare, poi con movimenti in acqua alta e progressivamente ritornando a poggiare il piede a terra.
L’incidente ha avuto ripercussioni non solo fisiche ma anche psicologiche ed emotive, elementi che inevitabilmente si riflettono nelle sue canzoni. Nel singolo ‘Fuorionda’, che sta circolando in radio, Jovanotti canta: “Quel giorno in ambulanza ho capito che si muore”. Queste parole, che segnano un momento di intensa consapevolezza della mortalità, sono ispirate dal ricordo del grave pericolo corso a causa di una setticemia. A bordo di un’ambulanza, con una gamba compromessa e medici pronti a intervenire, si è trovato a fronteggiare il rischio reale di perdere la vita.
Un’infezione batterica contratta in sala operatoria ha aggravato ulteriormente la sua situazione, rosicchiando l’osso e accorciando la gamba. La scoperta di questo problema è avvenuta a Milano, presso l’Humanitas, dove durante un secondo intervento chirurgico Jovanotti ha perso una significativa quantità di sangue, descrivendo quell’esperienza come un vero e proprio “Vietnam”. L’artista ha riflettuto sulla mortalità, sottolineando come spesso si tenda a considerare la morte qualcosa che riguarda solo gli altri, un pensiero che non affiora finché la vita non porta ognuno ad affrontare una crisi personale.
Nel concepire la canzone, inizialmente appariva titubante riguardo la forza del messaggio, ma il regista Gabriele Muccino gli ha suggerito di abbracciare il tono tipico della “commedia all’italiana”, una reazione sarcastica e ironica alle avversità della vita, rendendo così lo strumento artistico uno specchio della propria esperienza.