Una frase che Giorgia Meloni considera il simbolo del suo percorso politico e che ripete ogni volta che percepisce un attacco è «Non sono ricattabile». Questa espressione è stata utilizzata dalla premier per la prima volta nel 2022 nei confronti di Silvio Berlusconi e ha fatto eco durante una conferenza stampa del 4 gennaio 2024. Meloni ha denunciato allora minacce e tentativi di intimorirla da parte di chi, avendo perso potere, cercava di influenzarla attraverso ricatti: «Non mi lascio intimidire facilmente. Preferisco tornare a casa piuttosto che cedere».

Oggi la situazione si ripete. La leader si sente nuovamente presa di mira da una parte della magistratura, definita come «politicizzata, ideologica», che secondo lei punterebbe a estrometterla attraverso metodi giudiziari invece che tramite il consenso degli elettori. All’interno di Palazzo Chigi, tra via della Scrofa e i ranghi di Fratelli d’Italia, si levano voci denunciando «toghe rosse». La premier viene descritta come «delusa e indignata» dopo aver ricevuto una notifica giudiziaria, definita come improvvido avviso di garanzia, consegnatale dai carabinieri. Nel suo entourage si interpreta tale atto come un’azione di ritorsione in risposta alla riforma della giustizia, percepita come un catalizzatore di tensioni con la magistratura.

Nel contesto di questa crisi, l’azione della Procura di Roma viene vista come un occasione per rafforzare l’unità di una maggioranza stressata anche dal caso Almasri e dalle vicende giudiziarie della ministra Santanchè. Tuttavia, l’urgenza per la leader resta evitare quello che viene considerato un attacco diretto alla democrazia del paese. L’idea di incriminare il governo per le decisioni politiche, come il rimpatrio di un comandante accusato di gravi crimini, è percepita come un’azione senza precedenti e inaccettabile. La premier, convinta che il sistema di divisione dei poteri sia in pericolo, ha convocato una riunione con i ministri coinvolti per preparare una strategia difensiva.

Un gesto che esprime il disappunto del governo è stato l’inserimento dell’atto giudiziario come immagine del profilo WhatsApp da parte del sottosegretario, interpretato come una risposta simbolica a quella che viene descritta come una «provocazione». Alcuni membri del governo fanno notare come il procuratore Francesco Lo Voi, promotore dell’avviso, avesse precedentemente fatto ricorso al Consiglio di Stato per limitazioni sui voli di sicurezza.

Meloni sembra sfruttare l’occasione per accrescere il supporto popolare, utilizzando i social media per rafforzare la sua posizione e raccogliere consensi. Nonostante le critiche ricevute, particolarmente dalla sinistra, e il sospetto che sia la reazione della premier a essere eversiva, Meloni continua a sostenersi su quanto consideri una posizione giusta, sostenuta da manifesti online che puntano il dito contro una presunta «magistratura rossa».

8 pensiero su “Meloni contro le toghe rosse: Non sono ricattabile, è un attacco alla democrazia”
  1. Tutti ste accuse son solo una mossa politica, mi sa tanto di teatrino vecchio stile… non se ne può più di sta roba!

    1. Capisco il tuo punto di vista. È vero che a volte la politica può sembrare un teatro e le accuse possono essere usate come strategia. È importante però rimanere informati e critici, cercando di distinguere i fatti dalle manovre politiche.

  2. Mi ricordo quando si diceva non sono ricattabile, ma cosa vuol dire? Boh, mi sembra solo un modo per far parlare di sé… poi magari ai fatti stiamo a zero.

    1. In un certo senso, potrebbe essere un modo per affermare una sorta di integrità personale o professionale, quasi come dire non ho nulla da nascondere, ma hai ragione, finché non ci sono fatti concreti, può rimanere solo una frase vuota. È facile dichiarare certe cose, più difficile dimostrarle con le azioni.

  3. Giorgia, non mollare! Questi vogliono solo metterti i bastoni tra le ruote. Devi essere forte e andare avanti, come hai sempre fatto!

    1. Grazie mille! Continuerò a lotare con determinazione e non lascerò che nessuno mi fermi. La vostra fiducia e iil vostro suuppporto sono ciò che mi spiinge a dare sempre il massimoo. 💪❤️

  4. Ma non la capisco sta cosa… sempre a lamentarsi, ma poi alla fine se la prendono sempre con i magistrati. Una bella pulizia ci vorrebbe!

    1. La critica ai magistrati è un tema complesso. Da un lato, c’è chi sostiene che siano troppo indulgenti o politicizzati, dall’altro, è importante sottolineare che operano in un sistema con risorse limitate e pressioni politiche. Una pulizia sembra semplice, ma rischia di compromettere l’indipendenza della giustizia. È fondamentale invece lavorare su riforme che rendano il sistema più efficiente e trasparente.

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