Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha messo in campo un’iniziativa senza precedenti per incoraggiare i dipendenti civili a lasciare le loro posizioni nell’amministrazione federale. Attraverso una comunicazione ufficiale diffusa dall’Ufficio di Gestione del Personale, i dipendenti federali sono stati informati che avranno diritto alla retribuzione e ai benefici fino alla fine dell’anno, a condizione che diano le dimissioni dal servizio entro il giovedì della settimana successiva. Questo programma di “dimissioni differite” costituisce parte di una nuova strategia per riformare la struttura della forza lavoro del governo, colpita da misure quali il ritorno forzato nei luoghi di lavoro, il blocco delle nuove assunzioni e la chiusura degli uffici dedicati alla diversità.

L’email, che reca l’oggetto “Bivio”, invita i destinatari a rispondere con il termine “Dimissioni” direttamente dal loro account governativo. Il messaggio comunica che, qualora i dipendenti decidano di non proseguire con il loro attuale incarico all’interno della forza lavoro federale, il governo offre loro un processo di uscita rispettoso e equo tramite il programma indicato.

La visione di Trump per una forza lavoro federale “riformata” si articola su quattro assi principali: il rientro nei luoghi di lavoro, una cultura orientata al merito, una struttura più snella e standard “migliorati”. Tuttavia, per coloro che decidono di restare, non viene garantita la stabilità lavorativa. La comunicazione sottolinea la possibilità che le posizioni vengano eliminate, pur assicurando che, in tal caso, i dipendenti saranno trattati con rispetto e le loro posizioni protette secondo le normative vigenti.

Il programma, operativo da martedì scorso, rimarrà a disposizione degli impiegati federali fino al 6 febbraio. Optare per le dimissioni attraverso questa iniziativa consente di continuare a percepire stipendio e benefici senza la necessità di rispettare i “requisiti di presenza” fino al 30 settembre. Tuttavia, il senatore Tim Kaine, democratico della Virginia, ha criticato aspramente l’offerta, definendola un inganno durante una sessione al Senato. Kaine ha sottolineato l’assenza di autorizzazione presidenziale per proporre un simile accordo e ha messo in luce la mancanza di stanziamenti di bilancio per finanziare chi non si presenta al lavoro.

Questo controverso programma rappresenta un ulteriore tassello della politica di gestione del personale federale adottata dall’amministrazione Trump, suscitando dibattiti e riflessioni sul futuro della forza lavoro governativa negli Stati Uniti.

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