L’indagine derivante dalla denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, che ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma, sembra destinata a non culminare in un processo. Ciò è dovuto alla maggioranza solida del governo in Parlamento, che dovrebbe autorizzare un eventuale procedimento. Tuttavia, il procuratore Francesco Lo Voi, di fronte alla segnalazione ricevuta, non aveva altra scelta che procedere con l’iscrizione delle persone segnalate nel registro degli indagati e inviare il procedimento al tribunale dei ministri.

La denuncia dell’avvocato Li Gotti si fonda su accuse di favoreggiamento personale nei confronti del generale libico Najeen Osama Almasri e peculato per l’utilizzo di un aereo di Stato per il suo rimpatrio. Questi reati sono stati attribuiti al capo del governo e ai ministri della Giustizia e dell’Interno, che avrebbero deciso la scarcerazione e la riconsegna alla Libia. Il sottosegretario con delega ai servizi segreti sarebbe invece coinvolto relativamente al mezzo di trasporto impiegato.

All’interno del fascicolo della Procura di Roma, l’unico elemento rilevante è l’esposto di Li Gotti, completato da alcuni articoli di giornale, poiché la legge impedisce ogni indagine preliminare da parte del procuratore. Mancano l’ordinanza della corte d’appello di Roma e le comunicazioni tra l’ambasciata italiana all’Aia e il governo, elementi cruciali per valutare la fondatezza della denuncia.

La situazione ha generato un contrasto tra il governo italiano e la Corte dell’Aia, dopo che il generale Almasri, accusato dalla Corte penale internazionale di crimini gravi, è stato liberato. Secondo il sistema giudiziario italiano, ci sarebbe stato il dovere di trattenere Almasri, come previsto dall’articolo 59 dello Statuto di Roma.

Sebbene l’atto politico resti al di fuori della portata giudiziaria, Nordio, ministro della Giustizia, non ha riconosciuto la decisione di non trattenere Almasri come tale, rendendo necessaria un’indagine da parte del Tribunale dei ministri. La Procura di Roma, limitata dalla legge sui reati ministeriali, non ha potuto intervenire maggiormente.

Questa complessa vicenda potrebbe intensificare la tensione tra l’ufficio del procuratore Lo Voi e il governo, soprattutto a seguito della pubblicazione di informazioni riservate provenienti dall’Agenzia per la sicurezza interna. Il governo ha accolto con disappunto la notizia della divulgazione di dettagli riservati sugli accertamenti del capo di gabinetto della premier, ritenendo l’esito non gradito.

In questo contesto, non emergono conflitti ideologici tra giudici “di colore politico”, ma piuttosto una discordia tra istituzioni. La denuncia di Luigi Li Gotti, esperto avvocato con un passato nel Movimento sociale italiano e Alleanza nazionale, continua così a tenere banco nel dibattito pubblico e politico italiano.

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