L’attuale amministrazione di Donald Trump ha intrapreso una serie di iniziative che sembrano riflettere gli obiettivi delineati nel tanto discusso Progetto 2025, nonostante il presidente stesso affermi di non aver mai letto il documento. Un esempio emblematico è contenuto nella recente memo dell’Ufficio di Gestione e Bilancio (OMB), diretta da Russell Vought, che dispone una drastica sospensione degli aiuti finanziari federali. Questa mossa rischia di compromettere miliardi di dollari destinati a programmi essenziali come i pasti scolastici e il supporto ai veterani senza fissa dimora. La strategia, delineata dettagliatamente nel documento prodotto dagli alleati di Trump, sostiene che le spese esecutive devono rispecchiare le priorità presidenziali, a prescindere dalle decisioni del Congresso.

Questa direttiva ha sollevato dubbi sulla separazione dei poteri, con Vought, fervente sostenitore dell’idea che il divieto di congelare i fondi dal Congresso sia incostituzionale. Nonostante non sia ancora stato certificato dal Senato, diversi funzionari vicini all’amministrazione hanno riconosciuto il ruolo cruciale di Vought e di Stephen Miller nei procedimenti che hanno portato alla sospensione dei fondi. Nel suo primo briefing alla stampa, Karoline Leavitt ha sottolineato che la comunicazione con Vought rimane aperta per ulteriori consultazioni.

La mossa non è isolata: la fine dei programmi di diversità, equità e inclusione e la reintroduzione della “Schedule F”, che facilita il licenziamento dei dipendenti di carriera, rappresentano ulteriori evidenze della direzione impressa dall’amministrazione. Questi cambiamenti, spesso attuati tramite decreti esecutivi, evidenziano una dimensione più organizzata e mirata rispetto ai primi tempi caotici del primo mandato, caratterizzati da direttive poco concertate.

Nonostante un giudice federale abbia temporaneamente bloccato la sospensione della spesa, annunciando la necessità di più tempo per una valutazione adeguata, il team di Trump sembra preparato alla battaglia legale in corso. Tuttavia, i commentatori sottolineano che tali mosse non dovrebbero sorprendere, dato che riflettono promesse elettorali ben espresse, secondo Roger Severino, coautore del Progetto 2025. Egli evidenzia come Trump abbia costantemente promesso di affrontare la burocrazia federale e il cosiddetto “deep state”.

I Democratici non hanno mancato di sottolineare l’incidenza del Progetto 2025 sull’attuale panorama politico, affermando che nulla di quanto sta accadendo dovrebbe essere inatteso. Tuttavia, le critiche si concentrano sulle possibili implicazioni costituzionali e sociali delle recenti decisioni amministrative, con il Senato guidato da Chuck Schumer che ha espresso gravi preoccupazioni.

Mentre la Casa Bianca non ha commentato ufficialmente il collegamento diretto con il Progetto 2025, Leavitt ha spiegato che la sospensione dei fondi è stata disposta per garantire l’allineamento rigoroso con le direttive presidenziali. In effetti, la recente azione dell’OMB segue la direzione generale di Trump nella sua lotta contro il “deep state”, vista come un ostacolo durante il suo primo mandato. In questo contesto, Scott Jennings, noto stratega repubblicano, commenta che la macchina statale non dovrebbe funzionare indipendentemente dall’agenda del leader in carica.

La controversa strategia di sospensione è stata apparentemente inaspettata anche per l’amministrazione stessa, e un tentativo di chiarimento con una seconda memo è stato effettuato dall’OMB, specificando che sospensioni dei fondi avrebbero riguardato solo attività in conflitto con specifici ordini esecutivi. Tuttavia, rimane incerto l’impatto su diversi programmi assistenziali indiretti.

Infine, nonostante alcune delle misure più controverse del Progetto 2025 non siano ancora state adottate, l’amministrazione di Trump continua a implementare politiche che rispecchiano la sua campagna elettorale, sostenendo di mantenere le proprie promesse agli elettori.

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