Secondo il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, è essenziale che l’Europa incrementi l’acquisto di beni dagli USA, aumenti i bilanci per la difesa e proceda alla deregulation per rafforzare l’economia. Tajani ha affermato che è possibile negoziare un accordo con Trump, ricordando il loro incontro durante il periodo in cui era Presidente del Parlamento Europeo e sottolineando l’aspetto pragmatico di Trump, che a volte sfugge alle aspettative.

Il presidente americano minaccia di imporre tariffe su una vasta gamma di paesi, dagli alleati storici come Canada e Danimarca a nazioni più lontane come la Colombia e il Messico, nel tentativo di piegarli alle sue richieste commerciali. Per scongiurare queste minacce, Tajani sostiene che sarebbe necessario instaurare un “clima virtuoso” attraverso l’acquisto di un maggiore quantitativo di beni statunitensi. Trump, infatti, ha manifestato più volte il suo disappunto per il surplus commerciale dell’UE nei confronti degli Stati Uniti.

La presidenza Trump rappresenta, secondo Tajani, un “campanello d’allarme” per il continente europeo, in particolar modo sui temi del commercio e della difesa. Tuttavia, l’Italia si trova in una posizione difficile per quanto riguarda la credibilità in ambito di spesa militare, una questione cara a Trump. Con una spesa pari all’1,57% del PIL per la difesa, l’Italia si colloca tra i paesi NATO con investimenti più modesti rispetto all’obiettivo comune del 2% stabilito nel 2014, destinato probabilmente ad aumentare, secondo alcune fonti, addirittura oltre il 3%.

Trump sarebbe incline ad alzare il target al 5%, una proposta che riceve appoggio da alcuni paesi come Polonia, Estonia e Lituania, mentre il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, mira a un superamento del 3%. Per l’Italia, che ha intenzione di raggiungere il tetto del 2% solo nel 2028, queste novità costituiscono una sfida significativa. Tajani esprime il desiderio di evitare tagli alla sanità per aumentare la spesa militare, richiedendo piuttosto un graduale avvicinamento agli obiettivi fissati.

Un’estensione delle spese per la difesa richiederebbe un intervento da parte dell’Unione Europea, specialmente considerando il desiderio dell’Italia di escludere tali spese dal calcolo del Patto di Stabilità e Crescita, il quale limita il debito pubblico e i deficit annuali. L’Italia, il cui debito è previsto superare il 139% del PIL entro il 2026, non rispetta questi limiti in alcun modo.

In termini di finanziamenti, l’utilizzo dei fondi non ancora impiegati del Recovery Fund da 800 miliardi di euro potrebbe rappresentare una soluzione, sebbene l’idea trovi oppositori in paesi come la Germania. Altre soluzioni includono l’impiego del Meccanismo Europeo di Stabilità, che offre una capacità di prestito considerevole. In questo contesto geopolitico, l’Italia può contare su un certo grado di accesso privilegiato a Trump tramite la Prima Ministro Giorgia Meloni.

Tajani ha recentemente dialogato col nuovo Segretario di Stato americano Marco Rubio, discutendo di questioni cruciali come la situazione in Ucraina, per cui Rubio ha rassicurato sulla persistente attenzione statunitense. Inoltre, Tajani ha sottolineato la necessità di una presenza americana in Africa e nel Mediterraneo.

Sebbene Trump abbia avanzato minacce significative, Tajani ha minimizzato la possibilità di una svolta drastica, come un possibile tentativo di appropriazione della Groenlandia dalla Danimarca, mantenendo comunque l’accento sulla necessità per l’Europa di rafforzarsi autonomamente, sia politicamente che economicamente. Tra le priorità evidenziate, figurano il completamento dell’unione bancaria, l’armonizzazione delle politiche fiscali e la creazione di una difesa europea solida.

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