Un nuovo romanzo di Francesco Saverio Vetere racconta una storia dal forte impatto emotivo, miscelando elementi di filosofia, crescita personale e legami indissolubili. Intitolato “Il re del mondo”, quest’opera esplora il cammino di nove giovani che, cresciuti in un piccolo paese, maturano una visione critica del mondo grazie a un maestro che li avvicina alla filosofia fin dalla tenera età. La narrazione, una sorta di favola moderna, si focalizza sull’amore per la ricerca e il desiderio di comprendere la vita, spingendo i protagonisti a mettere in discussione le credenze sociali e costruire racconti che attingono al passato.
Quando il loro mentore, Guido, decide di insegnare all’estero, sette dei ragazzi restano nel paese, mantenendo un legame stretto e incontrandosi spesso di notte. Due di loro prendono strade diverse: uno si trasferisce in città per una vita più ritirata, l’altro abbandona il paese per studiare all’università. Nonostante il distacco fisico, tra di loro sopravvive una connessione spirituale che li tiene uniti.
Una notte di Capodanno, i sette amici si riuniscono, riflettendo sulla loro vita, la filosofia e il significato dell’insegnamento di Guido. La loro conversazione invita a considerazioni profonde sul viaggio che ogni essere umano affronta per trovare sé stesso e il divino. Il mattino seguente, i nove si ritrovano al cimitero per tributare l’ultimo saluto al loro maestro, deponendo le sue ceneri nella cappella di famiglia.
La narrazione si concentra su Marcellino, paradigma del pellegrino moderno, un uomo il cui viaggio non si limita a un preciso traguardo, ma si allarga a un’incessante ricerca di comprensione del mondo e del divino. Al contrario, Salvatore, un altro protagonista, incarna la battaglia contro le avversità della vita. La sua figura rappresenta la necessità di redenzione attraverso il lavoro e la dedizione, nonostante le sofferenze che incontra.
Pietro, altro personaggio, simboleggia l’eterna interrogazione dell’esistenza. Il Dio che immagina non si manifesta in risposte certe, bensì in domande che alimentano il mistero. Anche Franz, un supervisore enigmatico, affronta l’inevitabile momento della morte, riconoscendo l’illusione del controllo che credeva di esercitare.
Attraverso le vicende di questi personaggi, Vetere esplora profondamente tematiche universali come la ricerca di significato, l’amore, la perdita e la redenzione. L’opera offre una riflessione sul viaggio della vita, affermando che il vero miracolo risiede nelle azioni di compassione e solidarietà tra gli uomini. Gesù appare come una figura sempre vicina, non imposta dall’alto, ma quale compagno di viaggio nei momenti più difficili.
Questa narrazione non solo coinvolge, ma invita anche il lettore a interrogarsi sulle proprie convinzioni e sul rapporto con il divino, ponendo rilievo sull’importanza della memoria e del legame umano nel costruire la nostra conoscenza del mondo. Con “Il re del mondo”, Vetere ci guida in un viaggio interiore che parla alla mente e al cuore, toccando le corde più profonde dell’animo con sensibilità e profondità.