Elon Musk, noto magnate della tecnologia e sostenitore di Donald Trump, ha recentemente sollevato un polverone mediatico dichiarando che è tempo che l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) “cessi di esistere”. Le sue parole giungono in un momento in cui l’amministrazione Trump pare intenzionata a smantellare o rivedere drasticamente l’agenzia, attiva da ben 64 anni.
Musk, incaricato dal presidente Trump di guidare il gruppo per l’efficienza governativa, noto come DOGE, ha attaccato duramente USAID definendola “un’organizzazione criminale”. Questa affermazione giunge in un periodo tumultuoso per l’agenzia, stretta tra discussioni riguardanti una possibile fusione con il Dipartimento di Stato. Tali notizie, inizialmente riportate da POLITICO, sembrano sempre più confermate da fonti vicine all’amministrazione.
Tra chi sostiene il ridimensionamento di USAID vi è il rappresentante repubblicano Brian Mast, il quale ha riferito alla CBS che l’agenzia potrebbe presto operare sotto la diretta supervisione del Segretario di Stato, Marco Rubio. Mast ha sottolineato come solo una minima parte dei fondi per lo sviluppo gestiti da USAID raggiunga effettivamente gli aiuti internazionali, sollevando un dibattito sull’efficacia dell’organizzazione.
Durante il weekend, l’agenzia è stata ulteriormente messa sotto pressione con la cancellazione del suo principale account su X e il suo sito web reso inaccessibile. In aggiunta, numerosi dipendenti sono stati improvvisamente sospesi, mentre altri hanno denunciato la perdita d’accesso alle loro e-mail, alimentando il timore di ulteriori sospensioni in arrivo.
Domenica sera, Trump ha approfondito la questione accusando USAID di essere gestita da elementi radicali, mentre si valutano le prossime mosse per il futuro dell’organizzazione.
Parallelamente, sono emersegli resoconti di tentativi da parte del DOGE di accedere ai sistemi informatici classificati di USAID, suscitando l’allarme tra i legislatori e dando il via a un’ondata di condanna da parte dei vertici democratici. La senatrice Jeanne Shaheen ha espresso preoccupazione per queste azioni, considerando seri e senza precedenti i potenziali rischi per la sicurezza nazionale.
Tale evoluzione ha visto l’intervento di politici democratici che stanno cercando di allineare i loro colleghi repubblicani contro le mosse del DOGE. Anche nel campo repubblicano, alcune voci come quella del rappresentante Young Kim, hanno esplicitato preoccupazioni e invocato una gestione prudente delle riforme proposte per evitare che gli USA perdano la loro influenza internazionale.
La ristrutturazione di USAID potrebbe avere profonde implicazioni a livello globale, minacciando di ridurre la capacità degli Stati Uniti di supportare paesi in via di sviluppo e facilitare il lavoro umanitario. Questo scenario si inserisce in un contesto di congelamento degli aiuti esteri che ha già destabilizzato molte organizzazioni globali coinvolte in operazioni di soccorso.
Fin dalla sua istituzione per volere di John F. Kennedy nel 1961, USAID ha ricoperto un ruolo cruciale nel promuovere lo sviluppo internazionale sotto la guida del Dipartimento di Stato. Tuttavia, le recenti mosse politiche potrebbero rappresentare un cambiamento epocale nel modo in cui gli Stati Uniti gestiscono gli aiuti esteri, aprendo possibili spazi di manovra per potenze rivali sullo scenario mondiale.