Presso l’istituto comprensivo Rita Borsellino della Kalsa a Palermo, la dirigente Lucia Sorce, dopo aver ricevuto una richiesta da parte di due classi di quarta elementare, ha deciso di adottare un approccio democratico per risolvere la questione dell’obbligo del grembiule. Gli studenti, infatti, chiedevano di non dover più indossare la divisa blu scelta dalla scuola, evidenziando alcune problematiche legate al suo utilizzo, specialmente durante i periodi di caldo. Nei loro scritti, i giovani scolari hanno sottolineato la scomodità del grembiule e l’impossibilità di muoversi liberamente, esprimendo anche il desiderio di preservare le proprie individualità e diversità tra compagni.
In risposta, Sorce ha dichiarato, come riportato da Repubblica, di considerare la proposta giustificata, ma ha anche ricordato che una decisione così importante non poteva essere presa solo da una cinquantina di alunni. Pertanto, si è optato per indire un referendum vero e proprio, completo di urne, scrutatori e votazioni formali, per determinare se il grembiule dovesse continuare a essere parte dell’abbigliamento scolastico.
Giovanni Lo Monaco, uno dei docenti che supportano l’iniziativa, ha spiegato l’entusiasmo e la determinazione dei bambini nel portare avanti questa proposta. Gli studenti sono stati coinvolti nella creazione delle schede per il voto, tenendo conto anche dei più piccoli utilizzando figure illustrative. L’iniziativa ha lo scopo di educare i bambini alla pratica della democrazia partecipativa, un aspetto ben evidenziato dalla dirigente scolastica.
Negli ultimi decenni, l’utilizzo delle divise nelle scuole italiane ha subito molte trasformazioni. Fino agli anni Settanta, il grembiule era praticamente un obbligo, con varianti di colore a seconda del genere: nero per i maschi e bianco, azzurro o rosa per le femmine. Queste differenze hanno dato il via a un dibattito più ampio sugli stereotipi di genere e il desiderio di uguaglianza tra studenti, per evitare differenze sociali legate all’ostentazione di abiti e accessori.
Nel 2019, la questione delle divise scolastiche è stata sollevata anche dall’ex ministro dell’Interno Salvini, che propose di reintrodurle per colmare le disparità tra studenti. Queste discussioni evidenziano quanto l’abbigliamento possa essere un tema complesso e multifattoriale nelle comunità educative.