A Bruxelles, i ministeri delle Finanze di Francia, Germania e Italia hanno avanzato la proposta di un rapporto di tipo Draghi per esaminare la competitività del settore bancario europeo. Questa iniziativa, raccolta da POLITICO, è stata comunicata attraverso canali non ufficiali ai diplomatici nazionali dai tre principali partner economici europei. Tre diplomatici hanno confermato l’autenticità del documento e hanno sottolineato l’obiettivo di ottenere il sostegno di altri paesi prima di una presentazione formale. Tuttavia, i portavoce dei tre paesi hanno scelto di non commentare il contenuto della nota.

Negli ultimi mesi, Francia, Germania e Italia hanno fatto pressione per una revisione delle normative bancarie europee, al fine di potenziare la competitività internazionale del settore. Già a ottobre, questi paesi avevano richiesto modifiche alle regolamentazioni vigenti. La nota espone alcune problematiche, tra cui la minore valutazione delle banche europee rispetto alle loro controparti statunitensi, la riduzione delle quote di mercato a livello nazionale e internazionale e la limitata scala operativa, che potrebbero ostacolare la capacità di investimento.

L’ispirazione arriva dal precedente storico stabilito da Mario Draghi. L’ex presidente della Banca Centrale Europea aveva realizzato, su incarico della Commissione Europea, un rapporto chiave per contrastare il declino economico dell’Unione. Pubblicato nel settembre 2024, questo documento guiderà l’agenda politica per i cinque anni successivi.

Il rapporto suggerito dai tre paesi intende fornire una valutazione imparziale del settore bancario europeo sotto il profilo della competitività. L’analisi potrebbe esplorare cause economiche del deficit di competitività, come modelli di business e propensione al rischio, o fattori esterni quali frammentazione del mercato e supervisione bancaria, o ancora una crescita del PIL inferiore rispetto ad altre aree. Il documento dovrebbe anche includere raccomandazioni politiche pratiche che la Commissione sarebbe chiamata a implementare.

La sua portata dovrebbe andare oltre i tradizionali temi regolamentari, includendo argomenti essenziali per il settore bancario e promuovendo benefici per l’economia europea. L’elaborazione del documento potrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025, con una relazione intermedia entro fine anno e la conclusione prevista entro giugno 2026, così da precedere la revisione delle norme sui capitali bancari nel 2028. Un ex supervisore europeo affiancato da un accademico e da un ex dirigente bancario potrebbe redigere il rapporto.

Un punto delicato riguarda l’interpretazione dell’iniziativa: essa non dovrebbe essere vista come un tentativo di smantellare le importanti riforme portate a termine in anni recenti. Tuttavia, data la storia dei tre paesi di chiedere modifiche alle regole stabilite, non tutti i governi potrebbero condividere le stesse intenzioni. A titolo di esempio, il Regno Unito ha posticipato l’adozione delle riforme globali di Basilea a causa delle incertezze sull’implementazione da parte degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, azione percepita da Bruxelles come una partecipazione a un possibile abbassamento degli standard normativi. Anche il presidente francese Emmanuel Macron si è mosso per un cambiamento delle regole UE, spingendo i tre paesi a pensare a un piano alternativo nel caso in cui gli USA non dovessero adeguarsi agli standard. Sebbene l’UE non abbia alterato l’intero pacchetto di normative, ha posticipato alcune disposizioni riguardanti il rischio di mercato, con possibilità di ulteriori proroghe o modifiche.

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