La protagonista del film “Vermiglio”, Martina Scrinzi, è stata recentemente interrogata riguardo alla sua scelta di abiti per una possibile partecipazione agli Oscar. Questa potrebbe apparire come una domanda impertinente considerato che il film diretto da Maura Delpero, pur essendo candidato dall’Italia per la categoria miglior film internazionale agli Academy Awards del 2025, non è riuscito a entrare tra i finalisti. Tuttavia, si tratta di pura curiosità. Nonostante “Vermiglio” sia il debutto cinematografico di Scrinzi, l’attrice trentina, a soli 27 anni, si è già distinta sul tappeto rosso del Festival del Cinema di Venezia, dove il film è stato presentato e ha ricevuto il Leone d’argento – Gran premio della giuria.

Al Lido di Venezia, Scrinzi indossava un vestito di Antonio Grimaldi, mentre se avesse partecipato agli Oscar avrebbe optato per un outfit di Brunello Cucinelli, completato dai gioielli di Crivelli, marchi che l’hanno accompagnata in questo periodo di notorietà. Mentre nel quotidiano preferisce indossare abiti comodi come tute e maglioncini e si trucca raramente, il mondo della moda la intriga per il suo lato creativo. Ama infatti giocare con forme, colori e tessuti.

Nel film “Vermiglio”, Scrinzi interpreta Lucia, la protagonista, e ha seguito il film in diversi festival, dagli European Film Awards ai Golden Globe, dove “Vermiglio” era in lizza come miglior film in lingua straniera. Il contatto con l’industria cinematografica di Hollywood è stato particolarmente affascinante per l’attrice, nonostante l’evento fosse molto diverso rispetto a quello che si vive in Europa. Tra i personaggi presenti sui red carpet, nomi noti come Tilda Swinton, Angelina Jolie e Timothée Chalamet non sono passati inosservati, ma Scrinzi preferisce godersi la loro presenza senza farsi avanti per conversare.

La sua carriera recente è stata intensa, a partire dalla presentazione del film a Venezia, un periodo ricco di impegni che le ha portato molta soddisfazione. Ora, con il ritorno a una certa tranquillità, Martina ha avuto tempo per riflettere sugli eventi recenti, portando con sé qualche apprensione per il futuro e la sua incertezza. Prima dell’esperienza con “Vermiglio”, aveva già lavorato al film “Mostro intruso aspro”, un progetto ancora in cerca di distribuzione. Riguardandolo, si è sentita diversa, quasi come se fosse un’altra persona.

Il legame personale con il compagno Kia Khalili Pir, regista di origini persiane e tedesche ma di nascita a Verona, ha avuto un ruolo significativo nella carriera di Martina. È stato lui a sostenere l’attrice nella preparazione per “Vermiglio”, aiutandola con i provini e i self-tape. Condividere una passione comune come il cinema rende il loro rapporto speciale, soprattutto perché sono un regista e un’attrice, una combinazione che funziona particolarmente bene per loro.

Martina ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo nel teatro danza con il collettivo Clochart di Trento, una compagnia nata dal teatro di strada, il cui nome gioca sulla parola “clochard” unita a “teatro”. Pur nutrendo una forte passione per la recitazione, ha scelto di laurearsi in Traduzioni e Interpretariato presso l’Università di Trieste, tenendo sempre presente la necessità di un piano B a causa delle incertezze del mestiere di attrice. I suoi primi passi sul palcoscenico risalgono a un’esibizione a diciassette anni presso il Teatro Fausto Melotti di Rovereto, uno spettacolo incentrato sulla violenza contro le donne.

Come modello d’ispirazione, Scrinzi ammira Pina Bausch, la celebre danzatrice e coreografa, al punto da informarsi in passato su come entrare a far parte della sua compagnia. La creatività e la capacità di esprimere emozioni attraverso l’arte del teatro-danza sono elementi che hanno segnato profondamente la sua formazione e la sua carriera.

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