Un tribunale tedesco ha emesso una sentenza che rappresenta una battuta d’arresto legale per la piattaforma X, di proprietà di Elon Musk, obbligandola a fornire ai ricercatori l’accesso immediato ai dati sui contenuti di rilevanza politica, in vista delle imminenti elezioni federali in Germania previste per il 23 febbraio. Tale sentenza, consultata da POLITICO, è stata pronunciata giovedì e segna uno dei primi significativi test giudiziari del Digital Services Act (DSA) dell’UE, sollevando interrogativi sulla conformità di X alle normative europee a ridosso delle elezioni federali tedesche.
Il ricorso, avanzato nei giorni scorsi da Democracy Reporting International (DRI) e dalla Society for Civil Rights (GFF), ha sostenuto che X abbia ostacolato gli sforzi di monitoraggio delle possibili interferenze elettorali, negando l’accesso ai dati fondamentali riguardanti l’interazione degli utenti, come i “mi piace”, le condivisioni e le metriche di visibilità, dati che altre piattaforme hanno invece reso disponibili ai ricercatori.
Le piattaforme di social media, tra cui X, sono sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Europea per presunte negligenze nella mitigazione dei rischi di interferenza elettorale. Un caso significativo riguarda la Russia, accusata di aver interferito nelle annullate elezioni presidenziali della Romania dello scorso anno attraverso una campagna su TikTok a favore di un candidato filo-Kremlin.
Il contenzioso si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra i regolatori europei e la piattaforma di Musk, riguardanti il ridimensionamento della moderazione dei contenuti e il rifiuto di aderire alle richieste di accesso ai dati. Entrato in vigore nel 2022, il DSA obbliga le grandi piattaforme a garantire ai ricercatori l’accesso ai dati necessari per studiare i rischi sistemici.
La Commissione Europea aveva già accusato X lo scorso luglio di violazione del DSA per la mancata concessione di accesso ai dati dei ricercatori e aveva interrogato Meta sulla decisione di sospendere lo strumento di ricerca CrowdTangle. Il Tribunale Regionale di Berlino ha accolto le richieste dei ricorrenti, emettendo un’ingiunzione urgente che impone a X di fornire accesso in tempo reale ai dati fino al 25 febbraio, pena il pagamento delle spese legali e l’applicazione di una sanzione procedurale di 6.000 euro.
X non ha fornito immediatamente una risposta alla richiesta di commento da parte di POLITICO. Michael Meyer-Resende, direttore esecutivo di DRI, ha dichiarato che il rifiuto di cooperare di X li ha “costretti” a intraprendere azioni legali. La decisione di Berlino costituisce uno dei primi test rilevanti della disposizione sull’accesso ai dati per la ricerca previsto dall’articolo 40 del DSA, il quale è stato concepito per consentire approfondimenti sui social media e sostenere l’attuazione della regolamentazione.
Secondo quanto riportato da DRI a POLITICO, TikTok e Meta hanno già concesso l’accesso ai dati richiesti a DRI, in risposta a un’istanza simile. Simone Ruf, direttore aggiunto del Centro per i Diritti degli Utenti di GFF, ha affermato che la decisione rappresenta una significativa vittoria per la libertà di ricerca e la democrazia, ostacolando i tentativi di manipolazione elettorale.
Con le elezioni ormai vicine, resta la questione se X rispetterà la sentenza o farà ricorso cercando di ritardare l’attuazione attraverso ulteriori appelli legali.