Nel corso di un incontro internazionale a Parigi, il Vice Presidente degli Stati Uniti, JD Vance, ha sollecitato i paesi europei a guardare alla crescente frontiera dell’Intelligenza Artificiale con ottimismo, anziché timore. Rivolgendosi ai partecipanti al Summit sull’Intelligenza Artificiale, Vance ha auspicato un approccio collaborativo e aperto verso l’innovazione tecnologica. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di sviluppare regimi normativi internazionali che promuovano la creatività, piuttosto che ostacolarla con regolamenti troppo restrittivi.
Durante il suo intervento, Vance ha fatto eco alle preoccupazioni espresse da diverse aziende statunitensi riguardo ai recenti sforzi intrapresi dall’Europa per limitare Big Tech. Ha sostenuto che regolamentazioni troppo severe potrebbero finire per avvantaggiare solo attori del settore già consolidati, trascurando le potenzialità di una delle tecnologie più promettenti delle ultime generazioni. Nel suo primo importante viaggio all’estero da quando ha assunto la carica, Vance ha criticato duramente il Digital Markets Act e il Digital Services Act dell’UE, definendoli come “regole internazionali onerose” che hanno ostacolato l’innovazione e creato difficoltà alle imprese americane.
Da parte europea, Henna Virkkunen, responsabile tecnologia dell’UE, ha replicato, dichiarando a POLITICO, a margine del summit, che le leggi tecnologiche europee sono equamente applicate a tutti. Tuttavia, Virkkunen si è detta aperta al dialogo con i suoi colleghi americani, promettendo la ricerca di un quadro normativo più “favorevole all’innovazione”.
Nonostante le varie critiche, le osservazioni di Vance potrebbero trovare consenso tra molti dei protagonisti europei nel campo dell’IA. Molti dirigenti del settore hanno infatti chiesto a Bruxelles di porre maggiore enfasi sull’innovazione, anziché sul controllo normativo. Alcuni di essi hanno addirittura suggerito una revisione del regolamento europeo sull’IA, che attualmente vieta alcune pratiche e prevede numerose salvaguardie.
Il tema affrontato da Vance ha avuto particolare rilevanza durante il summit, tanto che il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato l’importanza di abbracciare le opportunità legate all’IA, piuttosto che concentrarsi solo sui rischi. Vance ha espresso apprezzamento per l’approccio deregolamentare emerso da molte conversazioni durante l’incontro.
Nel suo discorso, Vance ha anche criticato la Cina, accusandola di utilizzare il software di intelligenza artificiale in modo ostile, per manipolare la storia e censurare il dibattito. Ha evidenziato come tecnologie economiche, fortemente sovvenzionate ed esportate da regimi autoritari, rappresentino una minaccia.
La competizione tra Stati Uniti e Cina nell’ambito dell’AI si è intensificata lo scorso mese, quando il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato ingenti investimenti per sviluppare l’intelligenza artificiale negli USA, mentre la startup cinese DeepSeek ha lanciato un chatbot avanzato, a un costo notevolmente inferiore rispetto ai concorrenti americani.
Il discorso di Vance è avvenuto poche ore dopo che Trump ha imposto nuovi dazi su acciaio e alluminio provenienti dall’UE, decisione che potrebbe amplificare la guerra commerciale tra Bruxelles e Washington. In risposta, Ursula von der Leyen ha dichiarato i dazi “ingiustificati” e ha promesso misure di ritorsione. Un incontro tra Vance e von der Leyen era previsto più avanti in giornata a Parigi.