In un gelido pomeriggio invernale a Kiev, l’annuncio del piano di pace di Donald Trump ha scosso alleati e avversari. Gli Stati Uniti, rappresentati dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth, hanno dichiarato la fine del loro supporto attivo all’Ucraina nella lotta contro l’invasione russa, suggerendo a Volodymyr Zelenskyy, leader ucraino, di abbandonare le speranze di riconquistare i territori occupati dalla Russia.

Durante un incontro presso la sede NATO a Bruxelles, Hegseth ha esposto la nuova posizione degli Stati Uniti: Zelenskyy, ha affermato, non può realisticamente aspettarsi di ripristinare il controllo ucraino sulla Crimea e sull’est del paese. Inseguire quel traguardo, secondo il Segretario, non farebbe altro che allungare il conflitto e aumentare le sofferenze. Ha inoltre annunciato un ritiro degli Stati Uniti dalle loro tradizionali responsabilità di difesa in Europa, lasciando ai governi europei la primaria responsabilità di difendere sé stessi e l’Ucraina.

Donald Trump ha poco dopo confermato la direzione, annunciando sui social media un imminente avvio di trattative con la Russia. Ha comunicato di aver avuto un proficuo colloquio telefonico con Vladimir Putin, convenendo di informare Zelenskyy della decisione. Trump ha sottolineato la necessità di porre fine al conflitto, dichiarando che una guerra del genere non ci sarebbe stata sotto la sua amministrazione.

Di fronte alla nuova realtà, Zelenskyy ha mantenuto un atteggiamento di sfida, assicurando che nessuno desidera più la pace dell’Ucraina. Nel suo messaggio pubblico ha espresso il desiderio di collaborare con gli Stati Uniti per fermare l’aggressione russa e costruire una pace duratura. Tuttavia, gli esponenti europei si sono trovati spiazzati. La risposta dall’Unione Europea è stata inizialmente incerta e frammentata. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, non ha rilasciato alcuna dichiarazione immediata, mentre Kaja Kallas, capo della diplomazia UE, ha riaffermato l’importanza della sovranità ucraina nei negoziati.

Nel frattempo, numerosi alleati europei dell’Ucraina hanno espresso un forte disaccordo con l’approccio statunitense. Annalena Baerbock, Ministro degli Esteri tedesco, ha sottolineato che nessuna decisione dovrebbe essere presa sull’Ucraina senza il coinvolgimento del paese stesso. La Francia ha insistito sull’importanza dell’adesione ucraina alla NATO, posizionandosi in contrasto con le dichiarazioni di Hegseth.

Altre potenze europee, come la Polonia, esortano a rafforzare il sostegno militare all’Ucraina prima di intraprendere qualsiasi trattativa con la Russia. Il Ministro polacco Radosław Sikorski ha insistito sull’importanza di potenziamenti militari prima di ogni colloquio.

Il nuovo corso americano, dunque, inaugura una fase di incertezza e revisione strategica su scala globale. I negoziati previsti saranno guidati dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, affiancato da John Ratcliffe e Michael Waltz, con l’obiettivo di mettere fine a un conflitto che ha destabilizzato l’ordine mondiale. Tuttavia, la reazione internazionale suggerisce che il cammino verso una soluzione potrebbe essere tutt’altro che lineare.

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