Simone Cristicchi ha portato sul palco dell’Ariston un pezzo di vita personale con la sua canzone “Quando sarai piccola”, un brano che esplora il delicato ruolo inverso di accudimento tra genitore e figlio, reso necessario da una malattia degenerativa. Non solo il pubblico del Festival di Sanremo è stato profondamente toccato, ma anche sua madre Luciana, che ha manifestato l’emozione con grida di felicità. In sala, tra il pubblico, si potevano osservare persone commosse, con il trucco sbavato dalle lacrime, simbolo di un’emozione collettiva che ha invaso tutti i presenti, e che si è trasmessa anche tramite messaggi emozionali inviati tra amici e parenti.

Cristicchi descrive il brano come un lavoro di lunga gestazione, iniziato cinque anni fa. Originalmente, il pezzo non includeva elementi di rabbia che sono invece presenti nella versione attuale, riflettendo un’evoluzione personale del cantautore nei confronti della propria esperienza. Nonostante fosse stato proposto ad Amadeus in passato, venne rifiutato. Cristicchi, tuttavia, non nutre alcun risentimento, anzi, è grato al direttore artistico per non averlo selezionato in precedenza, poiché riconosce che non si sarebbe sentito a proprio agio in quell’ambiente in altri momenti.

Il cantautore esprime anche un pensiero critico sulla consumazione musicale moderna, sottolineando come la sua arte non si basi su metriche di streaming o popolarità radiofonica, ma piuttosto su parametri di poesia e autenticità. La sua presenza al Festival è stata una sorpresa anche per lui, soprattutto nel vedere la canzone accolta con calore anche dalle generazioni più giovani, nonostante egli ritenesse avesse un appeal per un pubblico più adulto.

Dopo l’esibizione sanremese, Cristicchi continuerà con il suo impegno teatrale nello spettacolo “Franciscus, il folle che parlava agli uccelli”, che esplora la figura di San Francesco. Questo progetto si inserisce in un contesto più ampio di ricerca personale che l’ha portato anche a ritiri spirituali, sebbene chiarisca che il suo interesse per la spiritualità non si tradurrà mai in una vocazione clericale.

In conclusione, il messaggio della sua canzone risuona particolarmente in chi affronta situazioni simili, come testimoniano gli apprezzamenti provenienti dal mondo del volontariato. Affrontare la malattia di un genitore è una sfida complessa, che introduce sia atti di profonda tenerezza che momenti di grande frustrazione e impotenza, sentimenti che Cristicchi ha saputo catturare e restituire con sincera umanità attraverso la sua musica.

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