Le elezioni del 23 febbraio in Germania destano particolare attenzione verso l’ex Germania orientale, sebbene gli elettori di questa regione rappresentino meno di un quinto della popolazione totale del Paese. L’interesse è accentuato dalla crescente forza politica del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) in queste aree.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, le circoscrizioni dell’est sono rimaste alcune delle più instabili a livello nazionale, con un elettorato che spesso cambia partito. Tale volatilità le rende cruciali, soprattutto se paragonate alle regioni meridionali e occidentali, dove la fedeltà di partito è rimasta quasi invariata dagli anni ’90. L’est ha avuto un ruolo significativo nell’elezione di ogni cancelliere dall’unificazione della Germania, fatta eccezione per le elezioni del 2005, quando il risultato fu così teso che sia Angela Merkel della CDU sia Gerhard Schröder dell’SPD si dichiararono vincitori dopo la pubblicazione dei sondaggi.
Nonostante il crollo del Muro, una “muraglia” invisibile persiste tra Germania orientale e occidentale, visibile in chiari indicatori demografici. I partiti storici dell’Ovest, come SPD e CDU, non hanno radici altrettanto profonde nell’ex Germania dell’Est, segnata dal passato comunista. Ciò ha aperto la strada a forze emergenti come l’AfD e partiti di estrema sinistra, tra cui Die Linke. Alcuni studiosi collegano le preferenze elettorali dell’Est a differenze demografiche ed economiche: il risentimento per una percepita marginalizzazione nelle dinamiche di potere nazionali alimenta l’insofferenza verso i partiti tradizionali. Un’altra considerazione è la simpatia per la Russia in queste aree, che potrebbe favorire partiti con simili inclinazioni.
Dibattiti accesi si sono susseguiti dopo le dichiarazioni di politici come Marco Wanderwitz della CDU, che ha asserito che la recente esperienza di dittatura abbia, in parte, ostacolato l’apertura alla democrazia nella Germania dell’Est. Questo ha alimentato il sostegno all’AfD. Accanto ad essa, anche Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW), un nuovo movimento populista di sinistra, ha guadagnato terreno nell’Est, separandosi da Die Linke e riscuotendo consensi nelle elezioni europee e regionali recenti.
Il BSW offre una miscela di ideali tipicamente di sinistra, abbinati a una forte avversione all’immigrazione, un elemento che sembra non intaccare il consenso dell’AfD, come sottolineato dal politologo Martin Elff. Cresce il timore che il successo dell’AfD possa accentuare il senso di esclusione tra gli elettori orientali, e una probabile diminuzione dei rappresentanti CDU orientali nel prossimo governo di coalizione potrebbe aggravare il sentimento di non rappresentazione per questi stati. Joachim Behnke, professore all’Università Zeppelin, ha avvertito che questa situazione potrebbe far crescere la percezione di isolamento degli elettori dell’Est.