L’Europa si ritrova di fronte a una nuova realtà, scoprendo ciò che alcuni sospettavano da tempo: Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, non chiede mai il permesso. In un atto che ha sorpreso molti, ha contattato Vladimir Putin per avviare colloqui di pace sull’Ucraina, offrendo aperture che hanno sollevato più di un sopracciglio nei contesti diplomatici. Questo gesto unilaterale ha ignorato deliberatamente i tradizionali processi di consultazione con gli alleati americani, sia nell’Unione Europea che nel Regno Unito.

Questo scenario mette in evidenza la fragilità delle relazioni transatlantiche, che da lungo tempo costituiscono il pilastro della sicurezza europea. L’alleanza con gli Stati Uniti, una volta solida, appare ora sfilacciata. Proprio poche ore prima della chiamata tra Trump e Putin, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva espresso fiducia nell’appoggio americano a Kiev. Tuttavia, la sua valutazione si è rivelata ingenuamente ottimistica.

In un’intervista a POLITICO, Scholz aveva manifestato ottimismo riguardo al sostegno degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina, affermando di ritenere che Washington avrebbe continuato a sostenere il paese dell’Est Europa. Questa convinzione si è però rivelata mal fondata dopo la conversazione tra Trump e Putin. Anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in un incontro a Parigi con il vice presidente di Trump, JD Vance, non aveva ricevuto alcuna indicazione di un cambio di rotta così drastico nei piani americani.

Il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, nonostante i suoi sforzi per mantenere buone relazioni con la nuova amministrazione statunitense, è rimasto all’oscuro delle intenzioni di Trump fino a poco prima della telefonata con Putin. Un funzionario statunitense aveva accennato a un’iniziativa significativa, ma senza fornire dettagli, lasciando i partner europei nell’incertezza.

La questione rappresenta un serio motivo di preoccupazione per le nazioni europee, incluso il Regno Unito, che hanno sostenuto l’Ucraina con ingenti somme di denaro e armi per la difesa contro l’aggressione russa. Dall’inizio del conflitto, i governi europei hanno impegnato considerevoli somme per sostenere Kyiv, superando di gran lunga l’impegno finanziario degli Stati Uniti.

Questa situazione pone l’Europa di fronte a una nuova sfida geopolitica, in un contesto in cui la protezione americana non è più una certezza. Secondo gli esperti, l’Europa deve ora prepararsi a un futuro in cui la sicurezza contro le minacce russe non è più garantita da Washington. Il think tank Chatham House, attraverso Keir Giles, sottolinea l’urgenza di comprendere le future mosse di Mosca.

La reazione europea è stata immediata ma affrettata. Durante una conferenza stampa presso la sede della NATO a Bruxelles, il Segretario alla Difesa britannico, John Healey, è stato informato solo a metà del drammatico sviluppo. Una volta apprese le notizie, si è riunito con gli altri leader per decidere come procedere.

In un contesto di tensioni crescenti, lo stesso Segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, ha ribadito la posizione americana di identificare chiaramente l’aggressore russo, cercando di calmare le acque con gli alleati internazionali.

Tuttavia, le dichiarazioni non sembrano rassicurare del tutto i partner europei, che si sentono trascurati da una mossa che li esclude dai giochi diplomatici. La situazione attuale rappresenta una sfida per l’autonomia strategica europea, nonché un segnale della necessità di costruire una politica estera più autonoma e indipendente dagli Stati Uniti.

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