Durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, tenutasi il fine settimana scorso, Friedrich Merz è stato inaspettatamente presentato come se fosse già cancelliere della Germania, e ha parlato con sicurezza di un leader economico europeo in pectore. All’età di 69 anni, Merz, esponente di spicco dei Cristiano Democratici, non dovrà probabilmente attendere a lungo per ricoprire questo ruolo. Infatti, i sondaggi più recenti indicano che il suo partito di centro-destra è ampiamente in testa alle preferenze degli elettori con un consenso che si avvicina al 30%, mettendolo in pole position per formare una coalizione di governo con uno o più partiti del centro.
Durante il forum, Merz ha espresso chiaramente la sua ambizione di assumere un ruolo di guida a livello continentale, sottolineando la posizione strategica della Germania nel cuore dell’Europa. Dopo essere rimasto per anni ai margini della scena politica durante l’era Merkel, Merz ha preso il timone dell’Unione Cristiano-Democratica nel 2021, al terzo tentativo. Il suo programma elettorale mette in primo piano temi economici e commerciali: Merz ha fatto appello a una rinnovata collaborazione franco-tedesca, trasformandola nel motore per reinstaurare un forte impegno europeo verso il libero mercato e la protezione dei rapporti transatlantici.
Olaf Scholz, cancelliere socialdemocratico, che ha quasi concluso la sua leadership contraddistinta da una stagnazione economica, non sembra più in grado di entusiasmare l’elettorato. A peggiorare la situazione, vi è una previsione di guerra commerciale con gli Stati Uniti, mentre il presidente Emmanuel Macron in Francia si mostra sempre più incline a politiche protezioniste. Merz, sostenitore del libero scambio, propone che la Germania mantenga la sua influenza come potenza economica europea, pur con una visione atlantista che rimane fiduciosa in una ripresa del dialogo commerciale con Washington nonostante le turbolenze.
Gli esperti Jeremy Cliffe e Jana Puglierin, nel documento del Consiglio Europeo sulle Relazioni Estere, suggeriscono che Merz intravede nella rielezione di Donald Trump un’opportunità per rafforzare l’impegno transatlantico, pur riconoscendo la necessità di un nuovo equilibrio nella relazione. Per controbilanciare Trump, la sfida consisterà anche nel convincere la Francia, reticente sulla ratifica dell’accordo di libero scambio con il Mercosur.
La Cina rappresenta un ulteriore tema sensibile per Merz, che critica l’attuale dipendenza economica tedesca da Pechino. Una possibile coalizione con i Verdi potrebbe offrire un approccio più rigoroso sulle questioni commerciali. Sul fronte est europeo, tuttavia, persiste l’incertezza. Malgrado Merz sembri più deciso riguardo alla Russia rispetto a Scholz, alcuni osservatori europei temono che la Germania potrebbe continuare a rappresentare un ostacolo nell’adozione di sanzioni più severe contro Mosca.
Scholz, pressato dalle lobby industriali, ha in precedenza frenato l’introduzione di normative europee restrittive per le esportazioni verso la Russia. Come risponderà Merz alle sfide di un’economia che affronta costi energetici in crescita e la perdita di mercati strategici resta da vedere. Al centro dell’attenzione c’è la possibilità che il suo governo rafforzi, o al contrario allenti, l’approccio tedesco alle sanzioni internazionali.