Gianluca Vacchi, noto imprenditore e influencer, ha visto il suo nome legato a una controversia riguardante un imponente progetto edilizio situato sulla collina di Pantogia, a Porto Cervo, in Sardegna. La costruzione della sua lussuosa villa, estesa su oltre 1.200 metri quadrati, è stata bloccata circa un anno fa, quando la procura della Repubblica di Tempio Pausania ha avviato un’indagine per sospetti abusi edilizi.
La questione è giunta ora a un momento cruciale, poiché la Procura deve decidere se procedere con il rinvio a giudizio. L’edificio, nonostante sia ancora incompleto, è stato sequestrato per permettere alle autorità di condurre approfonditi accertamenti. Tale misura è stata confermata anche dalla Cassazione, mantenendo ferma la posizione delle autorità giudiziarie.
Dalle indagini condotte dal Corpo Forestale, è emerso che la villa sorge su un’area classificata come a rischio idrogeologico elevato e a pericolo di frana. Inoltre, la costruzione della proprietà sarebbe avvenuta senza le necessarie autorizzazioni preventive e in assenza di un opportuno studio geologico. Secondo quanto diffuso di recente in un comunicato stampa dalla Procura della città sarda, questi elementi pongono una seria ipoteca sulla legalità del progetto.
Il complesso residenziale oggetto dell’inchiesta vanta anche numerose altre strutture: terrazze, un campo da padel, una discoteca e ben quindici camere. Il valore complessivo dell’edificazione sarebbe stimato intorno ai 15 milioni di euro. Tuttavia, già oltre un anno fa, il comune di Arzachena aveva ordinato la demolizione e il ripristino di alcune aree del cantiere, che risulterebbero essere costruite abusivamente. Le cubature effettivamente realizzate avrebbero ecceduto di 450 metri cubi quanto preventivamente approvato.
Inserito nel registro degli indagati a marzo 2023, Vacchi si è visto contestare una situazione legalmente complessa. I suoi difensori, gli avvocati Gino Bottiglioni e Gian Comita Ragnedda, hanno rispedito al mittente ogni accusa, sostenendo che si tratterebbe solo di questioni formali e prive di conseguenze penali. Stando ai legali, gli interventi realizzati non avrebbero provocato danni all’ambiente né minato la tutela del territorio.
La risoluzione di questa intricata vicenda giudiziaria resta in mano alla Procura, chiamata a pronunciarsi sull’opportunità di portare il caso in un’aula di tribunale, mentre l’opinione pubblica resta in attesa di ulteriori sviluppi.