Nove mesi dopo il tragico evento avvenuto lungo il fiume Natisone, emergono dettagli inquietanti che gettano una nuova luce sulle drammatiche richieste d’aiuto di tre giovani intrappolati dall’innalzamento implacabile delle acque. La giovane Patrizia Cormos, insieme a Bianca Doros e Cristian Molnar, si trovava sull’isolotto di Premariacco per una gita, ignari di ciò che sarebbe accaduto.

Nonostante le disperate chiamate per ottenere soccorso, i ragazzi si sono scontrati con l’inefficiente risposta da parte del personale della Sala operativa dei vigili del fuoco di Udine. Le registrazioni delle telefonate rivelano l’angoscia di Patrizia mentre implora aiuto, senza mai ricevere il tanto auspicato conforto o rassicurazione.

In un lasso di tempo critico di undici minuti, sei sono stati trascorsi in attesa, con la musica di sottofondo che contrastava con l’aumento incessante del livello dell’acqua. La madre di Patrizia, risentendo la voce della figlia dopo nove mesi, esprime sgomento e frustrazione per le mancanze di coloro che avrebbero dovuto prestare soccorso.

La risposta priva di empatia degli operatori, tra cui quel fatidico commento infastidito «Ancora la signora del Natisone», ha sollevato interrogativi sulla formazione e la preparazione delle persone incaricate di gestire simili emergenze. L’incapacità di percepire il pericolo imminente e di offrire un supporto emotivo appropriato è incomprensibile per i familiari e per chiunque si trovasse a seguire questa tragica vicenda.

Attualmente, ci sono quattro persone indagate per le imperizie commesse durante questo episodio. La dettagliata ricostruzione delle telefonate di emergenza rivela la serie di errori fatali. Gli ultimi momenti dei tre amici sono un racconto straziante di disperazione inascoltata, con Patrizia che tenta di infondere calma agli amici in un momento di totale panico.

Le parole finali di Patrizia risuonano ancora forti: «Non abbiamo più tempo, non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci». Purtroppo, la richiesta disperata si è scontrata con un aiuto che non è mai arrivato, portando alla tragica perdita dei tre giovani, un evento che ancora oggi continua a sollevare interrogativi e a chiedere giustizia per gli errori commessi.

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