Venerdì scorso, i leader europei si sono uniti per sostenere il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, a seguito delle violente critiche provenienti dall’ufficio del presidente americano Donald Trump e del vicepresidente JD Vance. La responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha dichiarato che è evidente come il mondo libero richieda una nuova leadership, indicando che spetta agli europei accettare questa sfida.
Questa reazione potrebbe segnalare un cambiamento significativo nell’alleanza transatlantica tra Europa e Stati Uniti, in un contesto postbellico già fragile. L’avvicinamento di Washington alla Russia di Vladimir Putin e le parole denigratorie di Trump nei confronti di Zelenskyy hanno spinto l’Europa a difendere l’Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la distinzione tra l’aggressore, identificato con la Russia, e il popolo ucraino, che è vittima della suddetta aggressione. Macron ha sottolineato l’importanza di rispettare coloro che lottano per dignità, indipendenza e sicurezza europea.
Macron ha anche precisato che l’America non è l’unica sostenitrice di Kyiv, riconoscendo il contributo di stati europei, del Canada e del Giappone. Nel frattempo, nell’Ufficio Ovale, Trump ha ammonito Zelenskyy che il suo rifiuto di cedere alla Russia potrebbe condurli alla “terza guerra mondiale”. Macron, rispondendo ai media portoghesi, ha affermato che il vero “giocatore” di una terza guerra mondiale è Vladimir Putin.
Anche Friedrich Merz, in procinto di assumere il cancellierato tedesco, ha espresso supporto a Zelenskyy attraverso un tweet in cui promette solidarietà sia nei momenti difficili sia in quelli positivi.
Recentemente, l’Europa ha cominciato a prepararsi a una potenziale rottura con Washington a causa della postura minacciosa assunta da Trump nei confronti dell’Ucraina e del suo leader. Mentre gli europei avanzavano l’idea di un accordo globale che includesse garanzie di sicurezza postbellica dagli Stati Uniti, Trump si è concentrato su proposte economiche, suggerendo che l’Ucraina dovrebbe compensare l’America tramite accordi su risorse critiche.
Trump non ha nascosto la sua preferenza per Putin rispetto a Zelenskyy, definendo quest’ultimo un “dittatore” mentre lodava la presunta affidabilità del leader russo. Anche le opinioni del Cremlino, che vedono la non adesione di Kyiv alla NATO e la rinuncia al territorio come priorità, sono state accolte da Trump.
Molti leader europei, tra cui il primo ministro polacco Donald Tusk e il ministro degli Esteri svedese, hanno mandato messaggi di supporto all’Ucraina, rispecchiando il sentimento di unione dell’Unione Europea. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha comunicato solidarietà attraverso un tweet a Zelenskyy, incoraggiando la resistenza e il coraggio.
Bart De Wever, primo ministro belga, ha affermato che la lotta dell’Ucraina è condivisa anche dal suo paese, e il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha confermato un supporto continuativo all’Ucraina.
Nel contesto politico italiano, Giorgia Meloni, allineata a Trump, ha invitato a non permettere divisioni profonde tra Europa e Stati Uniti, sollecitando un vertice UE-USA per rilanciare la diplomazia.
Domenica, alcuni leader europei si incontreranno a Londra, su invito del primo ministro britannico Keir Starmer, con Zelenskyy atteso a partecipare. Starmer ha confermato il suo supporto incondizionato all’Ucraina, dopo aver parlato con Zelenskyy e Trump.
In contrasto, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ringraziato Trump per il suo impegno verso la pace, elogiando la risolutezza mostrata dal presidente americano.
Questo scenario continua ad evolversi, testimoniando la geopolitica complessa e le diverse strategie adottate dai partner transatlantici.