Carlo Verdone ha tributato un toccante addio a Eleonora Giorgi tramite Instagram, dopo che l’attrice è venuta a mancare all’età di 71 anni, a causa di un tumore al pancreas diagnosticato nel 2023. Verdone ha espresso un ringraziamento sentito alla compagna di set, ricordando l’importanza dei due film che hanno segnato la loro carriera: “Compagni di scuola” e “Borotalco”. Quest’ultimo, risalente al 1982, è considerato un cult e vede Giorgi vestire i panni di Nadia Vandelli, un personaggio creato su misura per lei, che le valse il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista.
Nel ricordare l’amica e collega, Verdone ha sottolineato quanto fosse stato importante condividere set e vita con una donna che ha mostrato tenacia e coraggio fino all’ultimo, affrontando la malattia con un sorriso. L’attore ha proferito parole di profonda ammirazione per la resilienza di Giorgi, definendola un esempio di vita. Rimanendo ancora una volta un simbolo della commedia italiana, l’attrice si è distinta per il suo entusiasmo contagioso e la brillantezza che ha marcato il suo ruolo di Nadia.
Eleonora Giorgi, nella sua carriera, ha legato il suo nome a diversi successi cinematografici tra cui “Mani di Velluto” e ha lasciato un’impronta indelebile sullo schermo italiano. Nonostante fosse al culmine della notorietà negli anni ‘80, quando recitò con Verdone, accettò il ruolo di Nadia Vandelli, personaggio che sviluppò insieme al regista e al costumista, abbandonando momentaneamente l’apice del successo per quella che qualcuno definì “una cosetta”, ma che si rivelò una pietra miliare del cinema italiano.
Il saluto accorato di Verdone è stato accompagnato dalle reazioni di amici e familiari, compresa Clizia Incorvaia, nuora di Eleonora, che le ha augurato “Buon viaggio angelo”. Nell’ultima intervista rilasciata, Giorgi aveva ricordato come i suoi figli le abbiano tenuto la mano costantemente nel suo momento più difficile, sottolineando il valore della condivisione della sua esperienza di malattia. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale e nel cuore di chi l’ha conosciuta e amata.