Il Consiglio europeo straordinario si riunisce oggi per discutere delle possibili nuove forme di finanziamento comuni, un tema reso ancora più urgente dagli sviluppi geopolitici recenti. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le tensioni nel Medio Oriente hanno riaperto questioni di sicurezza rilevanti per il continente europeo. Mentre il panorama internazionale muta, la domanda principale diventa: chi difenderà l’Europa e con quali risorse?

La Presidenza degli Stati Uniti sotto Donald Trump aveva già posto in maniera diretta il problema della difesa comune, minacciando di ritirare il supporto americano agli alleati europei riluttanti ad incrementare il loro budget per la difesa. Questo approccio è in netto contrasto con il principio di solidarietà sancito dall’articolo 5 del Trattato di Washington, su cui si basa l’Alleanza Atlantica.

Attualmente, circa 40.000 persone operano per la Nato lungo il versante orientale, con ulteriori risorse pronte ad intervenire in caso di emergenza. Tuttavia, l’Ucraina rappresenta una sfida notevole: il suo vasto confine con la Russia e la lunga linea costiera richiederebbero un impegno significativo di uomini e mezzi per garantirne la sicurezza. La questione diventa ancora più complicata se si considerano le protezioni aeree, missilistiche e navali che gli Stati Uniti potrebbero offrire.

Al prossimo vertice della Nato in programma all’Aja, i leader europei rivedranno gli impegni di spesa per la difesa. L’obiettivo del 2% del Pil, concordato nel 2014, sembra destinato a salire per affrontare le nuove minacce, con alcuni che propongono di arrivare al 3% o anche al 5%. Questo aumento è considerato indispensabile, nonostante le resistenze di alcuni Paesi come l’Italia, che nel 2024 ha destinato solo l’1,54% del suo Pil alla difesa.

L’alleato storico della sicurezza europea, la Nato, continua a rappresentare un pilastro essenziale, ma l’Europa è chiamata a fare di più per la sua autonomia difensiva. La mancanza di un’effettiva difesa comune europea è evidente, ma come suggeriscono esperti del settore, è possibile che un gruppo di Paesi unisca le forze per un obiettivo condiviso, come la protezione dell’Ucraina, dando vita ad uno stato maggiore multilaterale.

Parallelamente, le discussioni in corso alla Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, potrebbero portare a nuove soluzioni di finanziamento come l’emissione di titoli di debito o allentamenti fiscali. L’intento è di rendere le spese per la difesa non solo più coordinate, ma anche meno dipendenti da fornitori esterni all’Ue, che attualmente ricevono una parte significativa degli investimenti.

In conclusione, mentre la Nato contribuisce a creare una cultura comune tra i suoi membri, per l’Europa sarà fondamentale definire con chiarezza i suoi obiettivi strategici e le modalità di spesa per garantire una sicurezza più indipendente ed efficiente.

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