Romano Prodi ha recentemente espresso la sua visione riguardante il riarmo europeo, definendolo come un “primo passo necessario” verso la creazione di un esercito comune con un singolo comando e una strategia condivisa. Nel corso del programma televisivo “Che Tempo che fa”, Prodi ha sottolineato l’importanza di muoversi verso una difesa comune, un concetto che ha sostenuto per anni. Ha espresso il desiderio di vedere un’Europa capace di rispondere unitariamente ad attacchi come quello subito dall’Ucraina ad opera della Russia, sostenendo che un esercito europeo comune avrebbe potuto prevenire tale aggressione.
Prodi ha messo in luce la necessità di procedere con i paesi predisposti a collaborare, superando l’ostacolo dell’unanimità, che considera antidemocratica, optando invece per maggioranze qualificate, metodo già utilizzato per l’introduzione dell’euro. Di fronte alle resistenze di alcuni leader politici come Viktor Orban, ha suggerito che questi possano restare fuori dall’iniziativa qualora non interessati.
Sul fronte delle capacità militari, Prodi ha evidenziato le disparità esistenti tra i vari paesi europei, come il diverso contributo alla spesa per la difesa da parte di Germania e Francia, ribadendo la necessità di un accordo equo. Nel suo discorso, ha anche criticato l’atteggiamento del passato presidente statunitense Donald Trump, accusandolo di cinismo nei confronti dell’Ucraina e del suo leader Vladimir Zelensky.
La situazione in Ucraina continua a destare preoccupazione, con l’UNICEF che denuncia il ferimento di bambini negli ultimi giorni a causa del conflitto. Intanto, nonostante l’incertezza sulla possibilità di sopravvivenza dell’Ucraina, Trump ha espresso il dubbio che gli aiuti americani possano fare la differenza, tenendo conto delle avanzate russe.
D’altra parte, Elon Musk ha assicurato che i terminali Starlink rimarranno attivi in Ucraina, sottolineando l’importanza di mantenere le comunicazioni nonostante le divergenze politiche, mentre la Francia ha annunciato un ulteriore pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, finanziato dagli interessi sui beni russi congelati.
In conclusione, la Francia mette in guardia contro i rischi di destabilizzazione e manipolazione elettorale da parte della Russia, mentre le dinamiche geopolitiche e le relazioni internazionali restano tese, con gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita che lavorano per favorire una pace tra Russia e Ucraina.