La pubblicità può effettuare stalking? Da tempo si assiste all’invasione aggressiva della pubblicità, soprattutto nei mezzi televisivi e sugli smartphone. Si sono inventati anche la pubblicità personalizzata. Le trasmissioni varie e i film di tutti i giorni in visione vengono interrotti più volte, non solo da pubblicità continue sui prodotti e sulle trasmissioni future, ma anche da inserti a riquadro a forma di “L”. Il tutto è una forma di distrazione per lo spettatore dalla realtà della trasmissione in onda, mettendo in evidenza la pubblicità.

Infatti, si può notare che gli spot pubblicitari sono più nitidi nell’immagine, con colori più brillanti e un volume più alto rispetto alle trasmissioni in onda. A questo punto, si comincia a fare zapping con il telecomando, abbassando il volume della pubblicità che si alza di colpo a dismisura e alzandolo poi nella trasmissione che si sta vedendo. Se si cambia canale, si cade in altre interruzioni pubblicitarie. Si è formato un vero e proprio “cartello della pubblicità”.

Le trasmissioni serali, a causa della pubblicità, finiscono spesso intorno alla mezzanotte. Grandi eventi televisivi annuali, come Sanremo, iniziato in giorni feriali, dopo un lungo martellamento pubblicitario, sono andati avanti fino a tarda notte con il “dopo trasmissione”. C’è un detto tutto italiano che recita: “Era meglio quando era peggio”, ma dopo Carosello tutti a nanna. Ormai tutte le TV sono “commerciali”, compresa la RAI, per cui si paga anche il canone.

Per quanto riguarda lo smartphone, se si sta digitando, ad esempio, un numero telefonico, compare una pubblicità improvvisa e fastidiosa, e spesso non c’è modo di eliminare o cancellare i messaggi pubblicitari inattesi. Con l’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni (RPO) bisogna vedere quali saranno i risultati.

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