Mercoledì alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di non volere intraprendere azioni che possano nuocere all’Irlanda, anche se “la giustizia” potrebbe spingerlo a farlo. Durante un prolungato monologo di 45 minuti, ha affrontato il primo ministro irlandese Micheál Martin, lì in visita per celebrare il giorno di San Patrizio. La scena ha suscitato timore e ansia a Dublino. Martin, diplomatico esperto, ha mantenuto un contegno composto, rimanendo perlopiù in silenzio con un enigmatico sorriso stampato sul volto e le mani posate sulle cosce.
Nel suo intervento, Trump ha criticato ex presidenti americani e l’Unione Europea, ma l’Irlanda non è stata direttamente bersaglio delle sue frecciate. Ha mostrato una certa confusione rispetto alla posizione entusiasta dell’Irlanda nell’UE, chiedendosi perché il suo resort di golf irlandese dovesse sottostare alle leggi ambientali dell’Unione. Martin potrebbe aver accolto con sollievo il riferimento di Trump alla sentenza dell’UE che ordinava ad Apple di pagare all’Irlanda 14 miliardi di euro di tasse arretrate, somma che sta aiutando il paese a rafforzare il suo eccedente di bilancio. Tuttavia, Trump ha supposto che quei miliardi servano a finanziare l’UE, senza ricevere correzioni da Martin.
L’ex ambasciatore irlandese a Washington, Dan Mulhall, ha riconosciuto la giocata prudente di Martin, sottolineando l’importanza di sapere quando restare in silenzio nell’Ufficio Ovale, dominato dal carisma di Trump che ama esibirsi per i media. Durante l’incontro, Martin ha sostenuto la retorica di Trump su Ucraina e Israele, suscitando l’irritazione dell’opposizione di sinistra a Dublino, che avrebbe preferito una condanna del supporto di Trump a un resort a Gaza.
Martin ha controbattuto educatamente solo quando Trump ha criticato l’Irlanda per aver attratto investimenti statunitensi con incentivi fiscali, promettendo di invertire tale tendenza. Il Taoiseach ha sottolineato i benefici reciproci del commercio tra Irlanda e Stati Uniti, menzionando l’acquisto di aeromobili Boeing da parte irlandese tramite compagnie come Ryanair e AerCap.
Trump ha anche chiesto perché le aziende farmaceutiche statunitensi si siano stabilite in Irlanda, vantando che, se fosse stato presidente negli anni ’90, avrebbe ostacolato la vendita di prodotti farmaceutici irlandesi negli Stati Uniti con pesanti dazi. Ha ironizzato sul fatto che Martin è “fortunato” che al tempo non fosse lui in carica, assicurando che quattro quinti degli irlandesi-americani lo hanno sostenuto nelle elezioni del 2024.
Il presidente ha espresso preoccupazione per potenziali perdite di approvazione elettorale nel caso in cui adotti dazi significativi contro beni UE, inclusi farmaci irlandesi, e il loro impatto sull’Irlanda. Pur sottolineando la necessità di equità, ha ribadito di non voler danneggiare il paese, concludendo con uno sguardo verso Martin che, in silenzio, sembrava comprendere il messaggio.