Il Parlamento europeo si trova nuovamente al centro di uno scandalo di corruzione di notevole importanza per la seconda volta in due anni consecutivi. Le autorità belghe, infatti, hanno sigillato due uffici nell’ambito di un’indagine più ampia riguardante le presunte attività di corruzione legate al lobbying della società tecnologica cinese Huawei in Europa. Questo evento ha risvegliato i ricordi di Qatargate, lo scandalo del 2022 in cui il Qatar era stato accusato di cercare di influenzare i membri del Parlamento attraverso tangenti e doni.

Dopo lo scandalo Qatargate, i leader dell’UE avevano iniziato a considerare piani per combattere la corruzione e migliorare la trasparenza delle pratiche di lobbying. Tuttavia, la divisione tra i politici del Parlamento europeo su come prevenire il ripetersi di tali episodi è ancora evidente. Un gruppo di parlamentari di destra, incluso il Partito Popolare Europeo (PPE) di centro-destra, cui appartiene anche la Presidente Roberta Metsola, ha ostacolato la creazione di un organismo etico comune per rendere i parlamentari responsabili delle loro azioni.

Le richieste per sbloccare le riforme necessarie si sono fatte sentire più forti che mai. Victor Negrescu, vicepresidente per la trasparenza e l’antimafia, ha sottolineato l’importanza di un controllo e di un’accountability efficaci. Anche Bart Groothuis, membro liberale olandese, ha sottolineato la necessità di dimostrare che si è appreso dagli errori di Qatargate, proponendo misure chiare e determinate.

Nonostante Metsola avesse promosso l’idea di un organismo etico dopo lo scandalo del 2022, il PPE ha frenato la sua implementazione, opponendosi alla creazione di un’entità che potrebbe agire come un tribunale disciplinare incontrollato. Il gruppo ha anche votato per eliminare i fondi destinati all’organismo e ha rallentato la nomina degli esperti necessari.

Allo stesso tempo, Manon Aubry del gruppo Sinistra ha criticato Metsola per non aver preso le misure necessarie per contrastare l’opacità che permette queste pratiche corruttive. Loránt Vincze del PPE ha invece declinato il nesso tra l’attuale indagine e l’organismo etico, e ha criticato le autorità belghe per non aver ancora incriminato alcun deputato europeo.

Le nuove accuse di corruzione, riciclaggio di denaro e falsificazione di documenti aumentano la pressione sui membri del Parlamento per adottare misure più rigorose contro il lobbying maligno. Nicholas Aiossa di Transparency International ha esortato il Parlamento a implementare rapide e sostanziali riforme etiche per proteggere l’integrità dell’istituzione e preservare la democrazia.

Il piano di riforma di Metsola include nuove regolamentazioni sulla trasparenza e la necessità per il personale del Parlamento di dichiarare incontri con lobbyist e rappresentanti di paesi terzi, sebbene questa misura sia attualmente volontaria per il personale delle fazioni politiche. Mix di nuove accuse e il diffuso sconcerto per la mancanza di risultati concreti da parte delle autorità sembra contribuire ad un’atmosfera di crescente pressione per una vera trasformazione all’interno delle pratiche parlamentari europee.

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