Andata in onda su Rai1, la biografia filmata di Peppino di Capri, realizzata da Cinzia TH Torrini, non riesce a catturare pienamente l’essenza del celebre cantante. Con tutto il rispetto per la discografia di Peppino di Capri, ci si interroga sull’effettiva necessità di una biografia di un artista ancora in vita. Dopo aver già affrontato la vita di Gianna Nannini per Netflix, con risultati non del tutto convincenti, la regista tenta di nuovo con un interprete forse più congeniale al pubblico televisivo italiano: “Champagne – Peppino di Capri”.

Due considerazioni principale emergono. In primo luogo, l’opera di un artista è il mezzo primario attraverso cui egli esprime se stesso e, nel caso di Peppino, le sue canzoni risultano significativamente più stimolanti degli eventi narrati nella serie. Ricche di episodi sono le memorie: dall’avvio della carriera all’età di soli quattro anni grazie all’orecchio assoluto, al periodo dell’infanzia durante il conflitto bellico, fino all’arrivo degli americani visti ancora come liberatori. Seguono le prime affermazioni musicali, il successo a “Primo applauso” con Enzo Tortora, l’amore travagliato con la modella Roberta e il nuovo legame con Giuliana.

In secondo luogo, chi ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Peppino di Capri, lo descrive come un vero gentiluomo, dotato di una spiccata ironia e intelligenza. Alcuni brani, come “Nessuno al mondo”, sono compagni di viaggio per molti e lasciano immaginare un Peppino diverso da quello che emerge sullo schermo, non tanto fisicamente quanto idealmente. Ecco perché il riconoscerlo in immagini risulta complicato; la narrazione visiva non riesce a rispecchiare la ricchezza delle sue canzoni.

Interpretato da Francesco Del Gaudio, Peppino di Capri è stato un innovatore, sia nel modernizzare la canzone napoletana con pezzi come “Malatia”, sia nel lanciare il twist che ha fatto ballare la gioventù italiana negli anni Sessanta. Ha partecipato numerose volte al Festival di Sanremo, aggiudicandosi il titolo di re del night e diventando un senatore e un simbolo duraturo della musica italiana. Tuttavia, nella serie televisiva, i personaggi, specialmente i genitori, restano stereotipati, mentre la scrittura appare didascalica, priva di un tocco autoriale e di quel timbro unico che distinguerebbe la voce di Peppino di Capri.

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